Debiti di famiglie e imprese, l’allarme di Roberto Vulpo: “Il Covid ha fatto crescere l’usura”

Il Covid si sa: ci ha costretti a un lungo periodo di difficoltà, non solo dal punto di vista emotivo ma anche dal punto di vista economico, costringendo tante realtà a una crisi economica grave. Se è vero che molte attività, soprattutto legate al mondo della  ristorazione, si sono indebitate, è altrettanto vero che per far fronte a questa crisi molti si sono ridotti a una situazione di sovraindebitamento. Almeno questo è l’allarme lanciato da Roberto Vulpo, presidente territoriale di Siena, Arezzo e Grosseto dell’Associazione antiusura antiracket Reagisco. Purtroppo, spesso, sovraintebitamento fa rima con usura, ovvero quando quelle attività non hanno più disponibilità di ricevere credito dalle banche, perciò si rivolgono a privati, o per meglio dire usurai.

“Una situazione grave – spiega Roberto Vulpo -, sono presidente dell’Associazione dall’ottobre 2018 e da allora abbiamo fatto molte cose. Abbiamo avuto la possibilità di rivolgerci al senato e avere un colloquio con la commissione Giustizia, spiegando le nostre esigenze e le nostre criticità. Abbiamo inoltre  stipulato un protocollo di intesa stipulato con la Fondazione antiusura Toscana insieme al presidente Lelio Grossi nel marzo del 2019. Attraverso questo protocollo i nostri associati potranno avere accesso a un fondo di solidarietà. Purtroppo il Covid-19 ha esasperato questa condizione, già difficile in tempi meno sospetti”.

Ed è la verità, la crisi scaturita dall’emergenza sanitaria ha incentivato in maniera preoccupante l’attività di usura. Rivolgersi a questi soggetti non è mai la soluzione, anche perchè, spesso, sono affiliati alla criminalità organizzata. Ne è una prova l’ultima indagine condotta e conclusa il 20 gennaio 2021 dalla guardia di finanza di Firenze in merito ad alcune procedure di esecuzioni immobiliari e fallimentari. Proprio in questa operazione molte persone sono state tratte in arresto e accusate di essere affiliate al clan camorristico dei Casalesi.

“Molte persone si sono rivolte alla nostra Associazione esponendoci le loro preoccupazioni legate al sovraindebitamento – continua Vulpo -. Purtroppo, per paura di apparire deboli, di nascondere i problemi economici, la nostra mente ci porta a rivolgerci ad alcune persone. Non sono mai la scelta giusta. Abbiamo istituito un fondo di solidarietà proprio per dare una mano a tutte quelle attività che si trovano in una situazione di crisi. Nel tempo abbiamo chiesto anche al Comune di Siena di collaborare ma abbiamo trovato la porta chiusa. Oltre a dare una mano dobbiamo anche fare informazione. Infatti, avevamo pensato di dare vita a dei centri di ascolto dove poter informare tutte le persone degli aiuti fattivi messi in campo dall’Associazione insieme ad altre realtà”.

Da quanto emerge dall’Associazione, nella provincia di Siena queste situazioni non si sono mai verificate. “Questo non vuol dire che non esistono – conclude il presidente dell’Associazione antiusura Reagisco -, Siena e le attività senesi vivono alla stregua di tutte le altre realtà. Il motivo per il quale questi problemi non vengono a galla è perché esiste un ‘sottobosco’ talmente profondo da essere difficilmente permeabile. Anche per questo abbiamo chiesto aiuto al Comune, affinché le persone abbiano il coraggio di chiedere aiuto, prima di rivolgersi ad altre realtà spesso illegali. Così facendo non si risolve il problema del sovraindebitamento, lo si accentua ritrovandosi in una situazione dove difficilmente si trova una via di uscita”.