Nella società contemporanea, l’ampia diffusione dei social media ha rivoluzionato la comunicazione e la connessione tra individui. Tuttavia, con questa rapida evoluzione sono emersi anche rischi e problematiche, tra cui il cattivo utilizzo dei social che può generare deumanizzazione e, in alcuni casi, indurre comportamenti violenti verso gli altri e se stessi.
All’interno di questa cornice, uno dei fenomeni più preoccupanti è la tendenza alla deumanizzazione online. La distanza virtuale fornita dai social media può portare le persone a vedere gli altri come semplici avatar o profili, piuttosto che individui con emozioni, sentimenti e dignità. Questo distacco emotivo può favorire l’insorgere di comportamenti “come se” non si stesse interagendo con un’altra persona, rendendo possibile perpetrare qualunque azione o commento aggressivo. L’empatia viene sacrificata sull’altare dell’anonimato digitale.
I commenti spesso offensivi, le minacce e l’incitamento all’odio e al suicidio sono solo alcune manifestazioni della deumanizzazione online. Gli individui si sentono spesso incoraggiati a esprimere opinioni estreme, polarizzando le proprie emozioni, o a partecipare a dibattiti senza rispetto reciproco. Tali processi possono creare un terreno fertile per la crescita di sentimenti ostili e rancori, alimentando situazioni che poi leggiamo nelle pagine di cronaca nera.
Le piattaforme social, pur offrendo un libero spazio di espressione, possono al contempo diventare veicoli per la diffusione di disinformazione e fake news. In rete il parere di un non esperto viene considerato tanto quanto quello di un esperto. La condivisione rapida di contenuti a migliaia di persone contemporaneamente, senza verifica accurata, può amplificare stereotipi dannosi, rafforzando visioni distorte del mondo e delle persone. Questo può alimentare la polarizzazione emotiva, tutto bianco o tutto nero, come se si fosse a gridare dalla circa di uno stadio, e può portare ad atteggiamenti aggressivi basati su convinzioni errate. Questo, a sua volta, può portare a una degradazione della percezione di sé e alla perdita di fiducia nelle relazioni umane.
La connessione tra deumanizzazione online e comportamenti violenti è un argomento studiato approfonditamente dalla psicologia sociale. Studi hanno dimostrato che quando gli individui percepiscono gli altri come meno umani, sono più propensi a giustificare comportamenti aggressivi e violenti nei loro confronti. Comunicare tramite la rete può portare questo.
Come poter affrontare questo problema? Le piattaforme social dovrebbero assumersi la responsabilità di promuovere un ambiente online sicuro, adottando politiche rigorose contro la diffusione di contenuti violenti e le istituzione dovrebbero vigilare su di esse. Tutti coloro che utilizzano la rete, fin dalla tenera età, dovrebbero essere educati e resi consapevoli del potenziale impatto delle proprie interazioni online. La consapevolezza della propria responsabilità sui social media è cruciale per prevenire questi fenomeni.
Esprimere online solo e soltanto ciò che diremmo di persona è fondamentale per mantenere autenticità e coerenza nel rapporto con noi stessi e con gli altri. La vita reale è ricca di sfumature, emozioni e contesti che possono essere facilmente fraintesi o persi nell’ambiente digitale. Rispettare questo principio aiuterebbe a prevenire tanti drammi e a favorire la costruzione di una percezione più autentica di noi stessi che necessariamente non può che esprimersi “dal vivo”, non online.
Dott. Jacopo Grisolaghi
Psicologo, Psicoterapeuta e Ricercatore del Centro di Terapia Strategica
IG @dr.jacopo.grisolaghi
p.s. Non a caso abbiamo deumanizzato anche l’immagine di copertina, realizzata con l’intelligenza artificiale. Perché non ci vogliamo rassegnare, davvero, a una mancanza di umanità.
Buona lettura
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