Si chiude con la sentenza di oggi a firma del giudice Silvia Reitano la diatriba annosa che ha portato in tribunale due Contrade per una questione di confini. Il tribunale civile ha rigettato la domanda avanzata dalla Contrada della Chiocciola nei confronti della Contrada della Tartuca perché “alla luce delle argomentazioni svolte la domanda appare infondata e, come tale, deve essere integralmente rigettata (…)”. La sentenza è ben argomentata in 12 pagine nelle quali si ripercorre l’iter che aveva portato la diatriba in un’aula di tribunale.
Qual è l’oggetto della diatriba? Un tratto di strada – la parte finale di via Tommaso Pendola, una cinquantina di metri. Qui si trova la ‘mattonella’ della Contrada della Tartuca ma da tempo la Chiocciola rivendica quella piccola parte di territorio, laddove si trovava un tempo il cosiddetto ‘arco delle monache’ quindi, secondo la contrada di San Marco, il confine avrebbe dovuto essere riposizionato.
“La sentenza rispetta lo stato dei fatti – commenta il priore della Tartuca, Paolo Bennati (nella foto di copertina) – siamo sempre stati convinti che non potesse esserci esito diverso e non c’era bisogno di arrivare a tanto. Non basta rinnegare un accordo che già trent’anni fa cristallizzava in modo inequivocabile uno stato di fatto e di diritto. Quanto stabilito dai priori, legittimati dalle proprie contrade, era l’ennesima manifestazione tacita dei dirigenti di mantenere ancora una volta ed ancora di più quel certo stato dei luoghi. Tra l’altro come sempre ho avuto modo di dire, ciò è anche irrispettoso nei confronti dei dirigenti di allora.
Ci siamo nostro malgrado trovati in questa situazione e con fermezza e nervi saldi abbiamo fornito ed argomento le nostre ragioni. Tutto ciò poteva accendere una miccia verso una vera e propria bomba per il mondo contradaiolo (come disse il priore della Chiocciola quando decisero di seguire questa strada). Era miope pensare che questa vicenda non alterasse gli umori ed i rapporti poiché la Contrada si vive tutto l’anno. Nonostante l’incredulità e l’amarezza ci siamo sempre adoperati per impedire una deriva assai pericolosa. Tutti sanno gli sforzi che le varie dirigenze fanno per trovare accordi e rispettarli mettendo a sottacere gli animi più esagitati; ogni realtà è un equilibrio instabile e modificarlo è assai rischioso – conclude Bennati – . Sono orgoglioso che sia stata accettata dai miei contradaioli la linea ufficiale che tendeva ad evitare il clamore mediatico lasciando alla sensibilità di ogni senese il proprio giudizio”.
“La sentenza ci risulta incredibile perché sconvolge l’autorità del Bando di Violante di Baviera che diventa carta straccia – commenta il priore della Chiocciola, Maurizio Tuliani (nella foto, sopra) stabilendo dunque che le contrade possono modificare i confini da esso espressi. Credo non sia stato capito quello che il Bando rappresenta, cosa significa nella legislazione comunale e delle contrade. Comunque dobbiamo analizzare la sentenza nel dettaglio, così da poter valutare e commentare in maniera approfondita. Il discorso non finisce qui, siamo nel massimo della legittimità”.
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