Il pregiudizio contro il mondo transgender è ben radicato nella società occidentale e solo recentemente è stato affrontato in modo sistematico nella ricerca psicosociale, sebbene abbiamo dati che lo considerano, talvolta, più radicato delle discriminazioni volte a persone con un orientamento omosessuale. Occupandomi da anni di queste tematiche, in qualità di psicologo, psicoterapeuta e sessuologo, desidero esprimere alcune considerazioni. Tanto per iniziare, come si comportano gli apparati statali ed i professionisti della salute di fronte a queste discriminazioni? La legge italiana e le indicazioni del Parlamento Europeo, ormai da anni si stanno esprimendo in favore di una tutela di chi è nato in un corpo diverso rispetto a quello che la propria identità suggerisce. Vero è che, stando ai resoconti dei diretti interessati, molti evitano, anche in situazioni di emergenza, il contatto diretto con le forze dell’ordine. Non sono assenti, proprio nel nostro Bel Paese, come denunciato da molti, situazioni di negligenza e di maltrattamenti. Tra gli stessi professionisti sanitari, vuoi per ignoranza, vuoi per pregiudizio, non sempre l’accoglienza della domanda di aiuto è così scontata come il Giuramento d’Ippocrate prevede. All’interno del “sapere” sia medico che psicologico, tranne che in casi di formazione specialistica sull’argomento, le problematiche transgender non hanno ancora meritato la giusta considerazione, lasciando alla deriva quella che è l’assistenza alla salute per queste persone, i loro bisogni e le loro preoccupazioni. L’impatto delle discriminazioni sostenute è profondo. Molte persone transgender, così come altre facenti parte di gruppi svantaggiati, crescono sentendosi isolate e diverse. Essere costante bersaglio di messaggi negativi può portare a introiettare la transfobia con sentimenti di vergogna e odio di Sè. L’abuso, l’ansia ed il disgusto verso se stessi instillato dal genderismo e dalla trans fobia permeano tutti gli aspetti della vita di una persona. Alcune indagini suggeriscono che oltre il 70% dei transessuali hanno contemplato il suicidio ad un certo punto della loro vita e tra il 17% e il 20% hanno tentato il suicidio almeno una volta. La gioventù transgender riferisce intensa solitudine durante l’adolescenza e grande difficoltà a trovare l’accettazione o l’identificazione con la gioventù così detta “normale” e talvolta anche con le realtà gay e lesbo. L’impatto del crescere sotto il peso della discriminazione può essere così evidente come sapere che tu non appartieni a nulla, e forse sentire che non meriti di appartenervi.
Dott. Jacopo Grisolaghi
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo e Dottore di Ricerca in Psicologia
Psicoterapeuta Ufficiale del Centro di Terapia Strategica
Professore a contratto Università degli Studi di Firenze
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