Una situazione che ormai è diventata intollerabile, una querelle che va avanti da mesi che è culminata con una raccolta firme per richiedere un monitoraggio dell’attività della Distilleria Deta. Questa è la situazione che si è venuta a creare, da mesi, nel comune di Barberino Tavarnelle, tra gli abitanti della località di Vico d’Elsa e l’azienda che dal 1926 opera in quel territorio. Ciò che viene recriminato all’azienda valdelsana è il continuo, a detta degli abitanti della località, puzzo creato dal camino della Distilleria.
“Da mesi putroppo – affermano da Deta – si susseguono e vengono diffuse informazioni distorte sulla nostra distilleria e sul nostro modo di lavorare, con dichiarazioni allarmistiche e prive di fondamento. Vogliamo sottolineare in maniera chiara che il presente e il futuro di Deta andranno sempre di più nella direzione della sostenibilità ambientale e della riduzione delle emissioni, accreditandoci tra le distillerie più green in Italia. È un percorso iniziato nel 2018, quando abbiamo costruito su nostra decisione volontaria il nuovo depuratore delle acque, investendo 2,6 milioni di euro per realizzare un impianto tra i più performanti nel settore, grazie al quale è possibile restituire acque di lavorazione ben depurate all’acquedotto consortile di Poggibonsi con caratteristiche qualitative molto migliori rispetto ai limiti imposti dalle leggi”.
Deta, dal canto suo, replica mostrando tutta la documentazione degli interventi che sono stati fatti negli anni per diminuire l’intensità dell’odore prodotto dal camino. L’ultimo, con un intervento di 2,6milioni di euro, per aumentare l’altezza del camino e acquistare un elettrofiltro in grado di abbattere drasticamente il cattivo odore. Ma ancora, nonostante le procedure già attivate e il materiale già acquistato, il comune di Barberino Tavarnelle non ha rilasciato i titoli per iniziare i lavori.
“A seguito di un lungo dialogo avviato nel 2019 e basato su ampi studi diffusionali condivisi e validati dagli specialisti di ARPAT e della Regione Toscana – prosegue la nota – per aumentare i possibili giorni di produzione fino a 300 e contestualmente ridurre i limiti emissivi attualmente autorizzati, gli enti coinvolti hanno prescritto l’installazione di un nuovo elettrofiltro e un camino di 60 metri. Deta – continua la nota – per adempiere a questa prescrizione e per abbattere le emissioni, ha già acquistato investendo oltre 1 milione di euro un nuovo e moderno elettrofiltro il quale è pronto per essere installato. Deta si è già impegnata, come prescritto dagli Enti coinvolti, nella progettazione del nuovo camino, per una commessa di circa 500 mila euro. Purtroppo, ad oggi, il Comune di Barberino – Tavarnelle non ha ancora rilasciato i titoli necessari per realizzare questi miglioramenti tecnologici, nonostante l’azienda potesse essere in grado di realizzare il nuovo impianto entro il novembre 2020. Un ritardo che ci ha impedito di lavorare in maniera più efficiente, sia dal punto di vista economico che dell’impatto ambientale”.
“È ovvio che questi ritardi burocratici si ripercuotono negativamente sia nell’interesse del territorio che dell’azienda, che comunque continua a dare lavoro a 40 persone e che dal 2018 al 2020 ha stabilizzato contratti di lavoratori che prima erano “precari”. Il permetterci di realizzare questi miglioramenti, contestuali alla ottimizzazione delle lavorazioni, ci consentirà di continuare in questa direzione di crescita sostenibile e di proseguire il percorso virtuoso che ci porterà a divenire un modello esemplare di economia circolare, così tanto auspicato dagli indirizzi europei e nazionali”.