Forse non tutti sanno che a Siena abbiamo una figura molto importante per quello che riguarda la meteorologia e le previsioni meteo. Si tratta dell’amico Marco Biagioli nato il 2 Febbraio 1989 a Siena, unico tecnico meteorologo di tutta la nostra provincia. Pensate che in tutta Italia esistono solamente 13 Tecnici Meteorologi Certificati e Marco è uno di loro ed è responsabile per la raccolta di informazioni meteorologiche, della loro organizzazione e del funzionamento e manutenzione di strumentazione meteorologica e di reti osservative.
Per conoscerlo meglio gli abbiamo fatto qualche domanda.
Come e quando ti è nata la passione per la meteorologia?
“Più che una passione, la definirei una vocazione. Non ricordo quando è nata esattamente ma ricordo che già da piccolo rimanevo affascinato dagli eventi atmosferici. Le maestre erano solite richiamarmi perchè guardavo sempre fuori dalla finestra. A casa, invece di fare i compiti per il giorno dopo, passavo le ore sull’ atlante e sui libri di geografia. Conoscevo a memoria capitali, capoluoghi, altezze dei monti, lunghezze dei fiumi. Era il mio modo preferito di ingannare l’ attesa prima di andare fuori a giocare col pallone o a avventurarmi nei campi vicino casa. Poi ho iniziato a tenere un diario giornaliero delle condizioni meteorologiche e a disegnare carte sinottiche. Infine, grazie a internet e quindi all’accesso ad una mole di informazione e di dati impressionante la mia passione si è alimentata ancora di più”.
Per diventare tecnico meteorologo che percorso hai dovuto fare?
Il mio è un percorso principalmente da autodidatta. Se sono diventato tecnico meteorologo, lo devo al Diploma di maturità scientifica, ad una breve esperienza maturata all’ interno di un’ azienda privata che si occupa di previsioni del tempo. All’ università ho infatti scelto un percorso più umanistico ma poi appena è arrivata l’ occasione per ottenere questa qualifica professionale, ho studiato e ho passato l’ esame, proprio un anno fa nel settembre 2016, presso il CNR di Bologna. Oltre alla passione, servono delle conoscenze di base in fisica dell’ atmosfera, matematica, geografia, climatologia, meteorologia sinottica e soprattutto occorre conoscere più a fondo gli strumenti di osservazione. Per diventare meteorologo, che è una qualifica di livello superiore occorreva una laurea in ambito scientifico come requisito base più una serie di esperienze e altri requisiti. Le due qualifiche(tecnico-meteorologo e meteorologo) sono riconosciute dal WMO. In Italia lo schema di certificazione professionale è nato da poco, dopo un iter avviato alcuni anni fa da Dekra, al quale hanno partecipato esperti del settore, sia del mondo accademico, sia dell’ Aeronautica Militare. Oggi, se non altro, è possibile distinguere chi ha le competenze per fare questo lavoro e chi no. Inoltre per ottenere e mantenere questa qualifica occorre attenersi ad un codice deontologico. Credo sia una cosa molto positiva per la meteorologia italiana.
Il titolo che hai acquisito cosa ti permette di fare?
Mi permette innanzitutto di avere un riconoscimento professionale che non avrei potuto ottenere altrimenti. Di aspirare a lavorare nel settore per un’ azienda pubblica o privata. Il tecnico meteorologo è una figura professionale importante per la manutenzione delle centraline meteorologiche, per la gestione delle reti di osservazione e per il supporto previsionale. Opera sul campo, sul territorio del quale deve conoscere ogni sfaccettatura.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“Con Meteo Siena 24 stiamo costruendo un centro meteorologico a “km zero”. Un’ espressione che oggi va molto di moda e che vorremmo applicare al campo della meteorologia. Stiamo creando una rete di centraline meteorologiche (dotate di sensore di termometro, igrometro, pluviometro e anenometro) che gestiamo e manuteniamo. Collaboriamo con le Scuole per progetti didattici, con le Università (a breve partiranno delle convenzioni sia con l’università di Siena che con quella di Firenze, e con le pubbliche amministrazioni. Conosciamo il nostro territorio e possiamo offrire un servizio più specifico laddove le risorse pubbliche non sono sufficienti. Vogliamo essere complementari al servizio pubblico non sostituirci ad esso. Vado oltre. Difendiamo il servizio pubblico. Spieghiamo e ci facciamo interpreti della complessità dell’ interazione tra un fenomeno atmosferico e un territorio così particolare e disomogeneo come quello toscano. Se la Regione emette un’allerta meteo per temporali forti o rischio idrogeologico su un’ area vasta, può capitare che all’ interno di questa area vasta avvenga un nubifragio localizzato con allagamenti ed esondazione di corsi d’ acqua minori, mentre a pochi chilometri di distanza non cade una goccia.
Il Sindaco di turno o la persona comune che risiedono nel luogo in cui non è caduta una goccia potrebbero lamentarsi (e succede molto spesso) della previsione eccessivamente allarmistica. “C’era allerta arancione e qui c’è il sole”. I meteorologi hanno sbagliato”. Sta a noi far capire che i meteorologi non hanno sbagliato, che non era possibile prevedere l’ esatta localizzazione del sistema temporalesco. Che tuttavia il temporale si è formato e a 20/30 km ha causato effettivamente disagi e criticità da allerta arancione. Il mio sogno sarebbe creare una rete o un team di esperti del territorio con competenze specifiche e articolate, che possano essere di notevole supporto sia alle p.a che alle aziende agricole per prendere la scelta giusta. Ma mi rendo conto che è un tema che non può essere affrontato in un’ intervista ma che necessiterebbe di un seminario o una conferenza apposita.
Colgo l’occasione per salutare tutti i ragazzi dello staff di Meteo Siena 24 e gli amici dell’ Associazione Meteorologica Senese. Senza di loro non avrei la forza di portare avanti questo progetto.
Gabriele Ruffoli