Da Frescobaldi a Beethoven, da Ligeti a Kurtàg. Questo il viaggio in programma questa sera, lunedì 15 luglio alle 21.15, al Teatro dei Rozzi. A condurre sarà il pianista Erik Bertsch che, in esclusiva per il Chigiana International Festival & Summer Academy, ripercorrerà le tracce dei grandi maestri dal Seicento a oggi, attraverso modalità espressive inedite e imprevedibili.
Protagonista della serata, intitolata, in omaggio a György Ligeti Musica Ricercata, il pianista italiano di origini olandesi, dalla tecnica superlativa, si dedica con curiosità e spirito di ricerca al repertorio contemporaneo, con rara ed riconosciuta attenzione, collaborando con i maggiori compositori contemporanei e facendo dialogare nei suoi programmi musiche lontane nel tempo, illuminando sul suo percorso affinità elettive inaspettate e richiami sorprendenti. L’excursus del programma tesse un’immensa rete musicale che attraversa i secoli, intrecciando le opere di diversi compositori, producendo nuovi nodi e collegamenti ed esplorando le potenzialità espressive del pianoforte, in un dialogo continuo e affascinante tra passato e futuro.
Il programma musicale prende le mosse da Girolamo Frescobaldi con il Recercar Nono, del 1615, basato su quattro temi musicali distinti, che vengono combinati in modi sempre nuovi, in una polifonia che non permette mai ad un solo soggetto di prevalere sugli altri. Il culmine viene raggiunto nella sezione conclusiva, in cui si ascolta la simultanea presenza di tutti e quattro i soggetti, in un vero e proprio “tour de force” finale.
Con un balzo in avanti di tre secoli e mezzo, si giunge subito in medias res, con Musica ricercata di Ligeti, composta tra il 1951 e il 1953 a Budapest. L’opera è divenuta celebre presso il grande pubblico per essere stata inserita da Stanley Kubrick nella colonna sonora del suo ultimo capolavoro Eyes Wide Shut. Musica ricercata consiste in una serie di undici movimenti che riflettono i presupposti che animarono, negli anni ’50, la ricerca di Ligeti dei principi generatori e dei confini di una nuova musica, che nascesse “dal nulla”, a partire dall’elaborazione di strutture sonore e ritmiche estremamente semplici. “Mi sono posto diversi interrogativi: cosa posso fare con una singola nota? Cosa posso fare con la sua ottava? Cosa con un intervallo? Cosa con due?» si chiedeva il compositore. Partendo da una singola altezza nel primo movimento, il La, ogni movimento aggiunge progressivamente nuove note, fino a includere tutte le dodici note nel finale. Questa opera traduce in viva materia musicale la filosofia di Ligeti di ottenere il massimo risultato da un materiale minimo, esplorando tutte le possibilità dinamiche e timbriche del pianoforte. Se il primo movimento di Musica ricercata, costruito quasi interamente su un’unica nota, è descritto come un ingranaggio che si avvia e si muove verso il crollo finale, altri movimenti, come il secondo, basato su tre note, e il terzo, vivace e fantasioso, mostrano la varietà delle risorse musicali esplorate da Ligeti. L’ultimo movimento, ispirato al Ricercare cromatico di Frescobaldi, chiude il ciclo con un riferimento alle radici storiche della musica occidentale.
La musica di György Kurtág, come quella di Ligeti, affonda le sue radici nella cultura ungherese e si distingue, a sua volta, per un costante processo di ricerca. La sua serie di pezzi, Játékok (Giochi), nasce dall’osservazione del gioco spontaneo dei bambini con il pianoforte. Cominciata nel 1973, questa serie riflette la necessità di un ritorno alla dimensione del gioco, e le sperimentazioni sulla musica del passato e sulle potenzialità del pianoforte che gli permisero di ritrovare un’autentica cifra stilistica. Qui esplora le potenzialità del pianoforte attraverso pezzi brevi e intensamente espressivi, in un continuo dialogo tra memoria e invenzione. Le tracce di questi processi compositivi sono ben leggibili nella selezione di brani eseguiti nel concerto: tratta dai volumi V, VI e VII, evidenziano in particolare il legame di Kurtág con la tradizione popolare, in particolare in Doina (melodia popolare romena) o in All’ongherese e la sua volontà di creare dei ponti con storia della
musica, come in Wandering in the past – A Ligatura for Ligeti e in Fugitive thoughts about the Alberti bass.
Ultimo pezzo in programma, le Bagatelle op. 126 di Ludwig van Beethoven sono la sua ultima composizione pianistica, scritta tra il 1823 e il 1824. Questi pezzi brevi formano un ciclo in cui ogni movimento è un mondo a sé, combinando semplicità di scrittura con uno stile visionario, ad anticipazione delle caratteristiche dei cicli pianistici di Robert Schumann. Queste opere riflettono il legame intimo di Beethoven con il pianoforte, uno strumento che ha sempre considerato come il mezzo più personale di espressione creativa; per dirla con Maynard Solomon il “più intimo mezzo di comunione in sé stesso”.
Biglietti disponibili con vendita online tutti i giorni e presso la biglietteria di Palazzo Chigi Saracini dal lunedì al sabato dalle 11 alle 18; il giorno del concerto la vendita proseguirà presso le rispettive sedi di concerto, a partire da due ore prima dello spettacolo. Per informazioni, prenotazioni e acquisto biglietti consultare il sito www.chigiana.org o contattare la biglietteria chiamando il 0577-220922 (11-18 esclusa la domenica).