Locali all’interno di Porta Camollia inagibili, la protesta di una delle tre start up vincitrici del bando
Poteva essere un sogno, si sta trasformando, se non in un incubo, in una triste realtà. Per tre start-up che sarebbero dovute entrare all’interno dei locali comunali dell’ex Mercato rionale all’interno di Porta Camollia, la situazione si sta aggravando ogni giorno di più: nonostante la vittoria del bando dello scorso luglio, ancora le società non possono entrare negli spazi, che peraltro sono in pessime condizioni e avrebbero bisogno di interventi abbastanza urgenti. Il bando per l’insediamento di imprese nella “start up house” di Siena “Ex mercato rionale di Camollia” è scaduto lo scorso 18 luglio (qui tutta la documentazione, mentre qui l’annuncio del bando). A risultare vincitrici sono state tre neonate aziende, anche se in realtà i posti disponibili erano cinque, quindi in pratica già alla scadenza del bando la situazione pareva chiara: una società si occupa di turismo e promozione, una di wedding planning e una di design. La graduatoria sarebbero dovuta uscire dopo trenta giorni e le aziende entrare in possesso degli spazi intorno ai primi di settembre. I tempi però si sono dilatati e all’interno dei locali del Mercato ancora non è nata la “start up house” pensata dall’amministrazione e cofinanziata dalla Regione Toscana.
A spiegare cosa sia successo è uno dei fondatori delle start up, in particolare di quella che si vorrebbe occupare di promozione turistica. “Ci siamo ritrovati – spiega – in una situazione molto spiacevole, che sta compromettendo il nostro presente e futuro lavorativo. Le risposte del comune al bando sono state tutte fuori dai termine e ad oggi non sono ancora stati assegnati gli spazi. Cosa ben peggiore è che l’immobile è in condizioni pietose, con scritte sui muri e atti di vandalismo”. La giunta comunale, che ha approvato la delibera relativa all’assegnazione degli spazi, sta cercando di porre rimedio, ma la situazione è complicata: “Stiamo pensando – aggiunge il giovane imprenditore – di lasciare perdere tutto, ma tale rinuncia comporterebbe un guaio economico non di poco conto: personalmente ho anche lasciato il mio precedente lavoro per gettarmi in questa nuova sfida e sono in disoccupazione, così come l’altra fondatrice della start up. Il problema è però anche per l’amministrazione, perché si rischia di perdere i 40mila euro relativi al bando che sono stati sovvenzionati dalla Regione per l’apertura della ‘start up house’. Dovrebbe esserci un incontro con il Comune nelle prossime ore per capire la situazione, ma il problema è che i locali al momento non sono utilizzabili e servirebbe un intervento immediato, cosa che in ogni caso non ci permetterebbe di iniziate subito la nostra attività”.
Alessandro Lorenzini