Dal 17 ottobre la provincia di Siena conta 35 comuni invece di 36. Sì, perché il referendum per la fusione tra Montalcino e San Giovanni d’Asso ha dato esito positivo, raccogliendo larghi consensi in entrambi i comuni. Un passo importante, che, oltre a cambiamenti di natura puramente amministrativa, comporta l’unione delle eccellenze dei due territori. Ne abbiamo parlato con Fabio Braconi, sindaco di San Giovanni d’Asso, che si è detto ampiamente soddisfatto del risultato raggiunto e fiducioso per il futuro del nuovo comune.
Che significato ha questa unione?
“Questa è stata una scelta motivata dalla prospettiva di realizzare qualcosa di positivo per la comunità. Con Montalcino abbiamo trovato un’intesa che, a questo punto, si può dire suffragata da una gran fetta della popolazione, soprattutto qui a San Giovanni d’Asso, dove ha partecipato il 64,5% degli aventi diritto. È un risultato che mi conforta e che rappresenta un traguardo per tutto il consiglio comunale che, a suo tempo, assunse questa decisione per arrivare alla legge regionale poi approvata in referendum. Mi conforta anche molto che a Montalcino abbiano apprezzato quel valore aggiunto che San Giovanni d’Asso potrà conferire a questo progetto di nuovo comune; apprezzamento dimostrato dalla partecipazione al referendum di quasi la metà degli aventi diritto e dal 90% dei voti favorevoli”.
Che cambiamenti ci saranno?
“Credo che ci saranno cambiamenti molti positivi, anche se probabilmente qualcuno storcerà il naso, soprattutto per questioni di affezione. Un cambiamento immediato concerne lo spostamento di quello che sarà il nuovo comune a Montalcino. Per i mutamenti a lungo termine, inoltre, ci impegneremo, di qui alla fine dell’anno, a portare avanti quella serie di aggiustamenti che abbiamo promesso alla comunità; a partire dallo statuto comunale, che dovrà garantire i servizi di prossimità e di municipalità sul territorio di San Giovanni d’Asso ed avrà il compito di salvaguardare quella che è la memoria storica del territorio, delle sue tradizioni e manifestazioni e, in particolar modo i prodotti, a partire dalla Doc Orcia, il grano, il miele, l’olio, particolarmente pregiato dalle nostre parti, ed il tartufo che è il nostro fiore all’occhiello. Il municipio di San Giovanni d’Asso, nominato dal Consiglio comunale del futuro, sarà quindi punto di erogazione dei servizi e con esso anche il Consiglio di municipio, inteso come luogo eletto e non come carica giuridica, avrà poteri di proposta e di salvaguardia. Inoltre, visto il peso elettorale della popolazione di San Giovanni d’Asso, si dovrà prevedere nel futuro statuto anche la possibilità di nominare il vicesindaco fuori dalla carica elettiva. Questo al fine di tutelare una comunità numericamente più debole”.
Come risponde alle lamentele per la mancanza di assemblee preparatorie al referendum?
“Le assemblee di preparazione sono state fatte in tempi non sospetti e sono state anche abbastanza partecipate. In questo ultimo periodo, proprio a ridosso del referendum, abbiamo preferito fare un’informativa molto più mirata, con piccoli incontri con i giovani, con i pensionati e con i gruppi familiari, anche per spiegare più nei dettagli i contenuti del referendum ed evitare di confondere le idee parlando di fronte ad un’assemblea rumorosa. Gli incontri quindi ci sono stati e chi ha voluto partecipare, ha partecipato. Oltretutto, il 64,5% delle persone aventi diritto al voto a San Giovanni d’Asso ha partecipato al referendum, cosa che, di questi tempi, costituisce un risultato importantissimo”.
Passando ad una questione meno felice, come si sta muovendo il Comune per quello che riguarda i migranti?
“Il Comune non è organizzato né si sta muovendo in alcun modo perché la situazione è gestita dalla prefettura che ha dato in affidamento alla struttura Abbeveratoio i migranti. Il Comune ha, a suo tempo, subìto questa decisione ed in questo momento è semplice spettatore di quello che succede in questa struttura, come purtroppo la maggior parte dei cittadini di San Giovanni d’Asso. Devo lodare l’operato dei carabinieri che hanno subito sedato l’inizio della protesta che c’è stata nei giorni scorsi e sono intervenuti quando questa è degenerata in atti di vandalismo”.
Giulia Montemaggi
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