Oggi è la Giornata mondiale della fibromialgia, che in provincia di Siena colpisce 5400 persone.
La fibromialgia è una sindrome reumatica ad etiologia sconosciuta e multifattoriale, caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico cronico diffuso, accompagnato spesso da un insieme di sintomi: affaticamento e disturbi del sonno, disfunzioni cognitive come deficit di attenzione, di memoria o di concentrazione, e in maniera variabile anche alterazioni del tono dell’umore come ansia e depressione, sintomi neurovegetativi come emicrania, dolore e crampi addominali.
“E’ classificata tra le malattie reumatiche extra-articolari diffuse – spiega il direttore UOSD Reumatologia della Asl Toscana sud est Ferruccio Rosati – ma viene considerata una forma di sensibilizzazione del sistema nervoso centrale, cioè secondaria ad una alterata regolazione dei meccanismi di controllo del dolore. Infatti nonostante i sintomi del dolore si riferiscano ai muscoli, ai legamenti e ai tendini, non vi è alcuna evidenza di infiammazione di questi tessuti, non sono interessate le articolazioni e non provoca deformità articolare. La conseguenza è che per una persona affetta da fibromialgia trascorrono in media più di 2 anni prima della diagnosi, dopo almeno 3 differenti visite specialistiche e diversi esami”.
La fibromialgia insorge prevalentemente nelle persone di sesso femminile in età adulta, anche se non sono rari i casi in età pediatrica o durante l’adolescenza e rappresenta il 12-20% delle malattie reumatiche.
Il medico di Medicina Generale è chiamato per primo a sospettare la diagnosi e ad impostare il trattamento. Il reumatologo è lo specialista di riferimento nei casi complessi e può avvalersi di ulteriori competenze specialistiche (fisiatra, fisioterapista, algologo, neurologo, psicologo, psichiatra). Il trattamento della fibromialgia ha lo scopo di ridurre i principali sintomi, cioè il dolore cronico diffuso, l’affaticamento, l’insonnia e la disfunzione cognitiva e questo può essere fatto attraverso vari step: l’educazione del paziente, per quanto riguarda la malattia, gli approcci terapeutici, una buona igiene del sonno, l’importanza di trattamento delle comorbidità che possono contribuire ai sintomi, un programma di attività fisica, incluso il condizionamento aerobico, lo stretching e il rafforzamento muscolare, un intervento psicologico, come la terapia cognitivo comportamentale, la terapia farmacologica: antidolorifici, antinfiammatori, antiepilettici, antidepressivi, miorilassanti, da evitare cortisonici e oppioidi maggiori.
Però la maggior parte dei pazienti con fibromialgia continua ad avere nel corso degli anni dolore cronico e stanchezza che nei due terzi dei casi interferisce solo modestamente con le attività della vita quotidiana, ma nel 10-30% provoca una discreta disabilità.