Un’operazione da oltre otto milioni di euro per provare a riscrivere il futuro di Siena.
È il piano della nuova società Sviluppo Industriale Siena, passata oggi al vaglio della commissione Statuto e regolamenti e della Commissione Programmazione e bilancio: domani l’atto approderà in consiglio comunale per il voto finale.
Al centro c’è il sito Beko di viale Toselli, acquistato da Invitalia per 4,7 milioni dopo una lunga due diligence tecnica e ambientale. Il piano di rilancio prevede interventi per 2,64 milioni di euro, finanziati dai soci di Sviluppo Industriale: 1,1 milioni per il rifacimento completo del tetto; 1,3 milioni per la rimozione delle vecchie coperture; 240mila euro per il monitoraggio continuo della falda inquinata.
Il Comune parteciperà al 20% dell’investimento, con una quota di 528mila euro, inserita in un impegno complessivo che, tra anticipazioni e rientri, dovrebbe pesare 1,2 milioni sul bilancio di Palazzo Pubblico.
Gli affitti pagati da Beko fino al 2027 garantiranno flussi per 3,05 milioni, coprendo la fase più onerosa dei lavori.
Fuori dalla fabbrica intanto si consuma la parte più delicata: quella sociale. Tra oggi e domani altri 50 lavoratori firmeranno l’uscita. E si aggiungono agli 80 che se ne sono già andati nelle settimane precedenti. È la fase finale della lunga vertenza che chiude 58 anni di produzione nello stabilimento.
In una nota, la Uilm di Siena parla di “giorni amari” e ricorda che, “nonostante oltre un anno di vertenza e alcuni importanti risultati raggiunti, resta l’amarezza di vedere finire un’epoca. In tanti stanno lasciando l’azienda – si legge nel comunicato della sigla-, altri resteranno legati alla lotta e credono nella rinascita: nuove aziende, nuove lavorazioni, nuove prospettive per chi rimane e per le nuove generazioni”.
Il passaggio di testimone verso quella rinascita avrà un momento simbolico venerdì 28 novembre, quando davanti ai cancelli si terranno le assemblee dei lavoratori e l’iniziativa pubblica promossa da Fiom, Fim e Uilm, con la presenza dei segretari nazionali delle tre sigle di categoria.
Un appuntamento che segnerà la fine della produzione Beko e, allo stesso tempo, l’inizio del percorso verso una nuova industrializzazione dell’area.
Marco Crimi