Fine vita: la Toscana approva la legge, è la prima regione in Italia

La Toscana è la prima regione in Italia ad approvare la legge sul fine vita. Il Consiglio regionale ha varato il provvedimento nel pomeriggio.

Con la regolamentazione le persone che vogliono accedere al suicidio assistito possono far domanda alla Asl. Istituita poi una commissione preposta a verificare la sussistenza dei requisiti fissati dalla Consulta affinché l’aiuto al suicidio non costituisca reato.

“Le regole approvate – è il commento di Filomena Gallo, avvocata e segretaria dell’Associazione Luca Coscioni- consentono la piena attuazione della sentenza della corte costituzionale “Cappato – Antoniani”, che ha legalizzato in Italia il cosiddetto “aiuto al suicidio” a determinate condizioni. Il voto del consiglio regionale è stato dunque possibile grazie all’azione di disobbedienza civile di Marco Cappato, oltre che alla firma di 10700 cittadine e cittadini della Toscana che hanno attivato lo strumento della legge di iniziativa popolare. Il nostro obiettivo è ora quello dell’approvazione della legge “Liberi Subito” in tutte le Regioni italiane, dove il “suicidio assistito” è comunque già legale (in forza delle sentenze della Consulta), ma senza che ci siano garanzie su tempi e sulle procedure per le persone malate e i medici”.

“Ora – ricorda il governatore della Regione Eugenio Giani-, in Toscana, con regole rigorose basate su criteri scientifici che attestano l’irreversibilità della patologia, la presenza di supporti vitali meccanici determinanti nel mantenere in vita e la volontà esplicita del paziente, garantiamo un approccio obiettivo, equo e scientifico al fine vita. Mi auguro che questo esempio possa stimolare il legislatore nazionale a intervenire su una materia così delicata, come sollecitato dalla Corte Costituzionale”.

“Sancire con una legge regionale il diritto alla morte non è un traguardo, ma una sconfitta per tutti”, dice il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena e presidente della Conferenza episcopale toscana. “Prendiamo atto della scelta fatta dal consiglio regionale della Toscana – spiega-, ma questo non limiterà la nostra azione a favore della vita, sempre e comunque”.

“La proposta di legge è stata approvata fissando procedure certe ed uguali nel sistema sanitario regionale per garantire alle persone che decidono di interrompere la propria vita un modo consapevole e dignitoso – è il commento del consigliere regionale del Pd Elena Rosignoli-. Questo è lo scopo della legge approvata dal Consiglio regionale con la quale abbiamo dato seguito alla richiesta presentata con oltre 10mila firme di cittadini toscani”.

“La Toscana ha, a mio avviso, il merito di fare da apripista in un ambito davvero importante, perché la cura non è legata solo al momento del bisogno, ma non si esaurisce nemmeno quando le terapie non possono più offrire una risposta – ha detto il dg dell’Asl sud est Marco Torre-. Anche in questo contesto, l’umanizzazione e il rapporto con i cittadini e le loro famiglie sono fondamentali. Ritengo che la Toscana offra già un servizio sanitario eccellente a livello nazionale e internazionale, nonostante le difficoltà e le numerose sfide presenti sul territorio”.

“Cure palliative, hospice, assistenza domiciliare al dolore, rinnovo della Commissione di Bioetica al fine di garantire l’accompagnamento dignitoso e rispettoso della vita nella fase terminale. È l’impegnativa del nostro ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale che ci ha portato a dare voto favorevole alla proposta di legge d’iniziativa popolare sul fine vita”. A dirlo è Stefano Scaramelli, vicepresidente del Consiglio regionale e capogruppo di Italia Viva.

“Come Fratelli d’Italia abbiamo votato contro la legge sul fine vita della Regione Toscana e nel corso del dibattito abbiamo ampiamente dimostrato che questa materia non è di competenza legislativa delle Regioni”. Lo affermano il gruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale toscano, Vittorio Fantozzi e i consiglieri regionali Sandra Bianchini, Alessandro Capecchi, Diego Petrucci, Elisa Tozzi e Gabriele Veneri. “Il punto – secondo FdI – è che ci sono cittadini che richiedono un intervento normativo in questo senso ma non sono le Regioni a doverlo fare. Di fatti questa norma è già incostituzionale ancor prima di entrare in vigore e quella domanda fatta dai promotori della legge sarà comunque inevasa”.

“Oggi, con l’approvazione della legge sul suicidio medicalmente assistito, la Toscana ha toccato il punto più basso della sua storia. La terra di Dante, di Santa Caterina da Siena, di San Bernardino, culla di una civiltà anche religiosa, oggi ha aderito alla cultura dello scarto e della morte – scrivono in una nota i parlamentari Michelotti e Amorese di FdI-. Fratelli d’Italia non può accettare una legge simile. Da sempre ci battiamo, e sempre ci batteremo, contro questa anti cultura, con rinnovata fermezza, il nostro sì alla vita, dal concepimento alla morte per cause naturali. Questa legge disumana appena approvata potrebbe comportare, per un’ampia platea di donne e uomini, a sentirsi spinta verso la morte; pensiamo alle persone sole con gravi malattie, agli anziani, ai fragili. Chiederemo l’intervento del governo, affinché esamini con cura tutti gli elementi di conclamata incostituzionalità di questa legge”.