Franco Caroni, aperta la camera ardente, il figlio: “L’affetto nei sui confronti ci aiuta a reagire alla sua scomparsa”

l mondo della musica, dell’arte e della cultura, i contradaioli della Tartuca, amici e tanti cittadini: in molti questa mattina erano presenti nella chiesa della contrada di Castelvecchio per porgere l’ultimo saluto a Franco Caroni.

La camera ardente per il Mangia d’oro del 2009 si è aperta alle 8.30, alle 15 l’ultimo saluto alla sua Contrada, alla città e il trasferimento del feretro al cimitero della Misericordia.

Enorme è l’affetto dimostrato nei confronti del fondatore del Siena Jazz scomparso per un malore improvviso, due giorni fa. “Ho letto pagine toccanti su mio padre e sull’impegno a cui ha dedicato l’intera vita: costruire l’accademia musicale”, sono le parole del figlio Francesco.

E prosegue: “Ringrazio tutti. Da bambino ho potuto vedere quanto fosse unica la sua determinazione. La stima con cui è stato ricordato ci aiuta a reagire ad una perdita così improvvisa”.

 

 

Numerosi, dicevamo, i musicisti presenti arrivati da tutta Italia che hanno voluto omaggiare una persona capace di organizzare un vero e proprio “modello senese” della didattica jazzistica, modello che è apprezzato in tutto il mondo.

Ed è il contrabbassista Gianmarco Scaglia  che parla del suo rapporto con l’ex-presidente di Siena Jazz: “Mi disse: ‘Sono della Chiocciola’. E invece non era vero, ho scoperto dopo che era della contrada rivale – dice scherzosamente-. Mi ha preso in giro ma gli volevo un mondo di bene. Franco è una figura ineguagliabile. Senza di lui non sarei un musicista”.