Una presa di posizione forte e chiara apre l’anno al liceo Piccolomini di Siena.
Ben 126 dei docenti dell’istituto hanno infatti scelto di rivolgersi alla comunità scolastica con parole nette: “Di fronte alla gravità dei crimini contro civili inermi commessi dal Governo israeliano e dal suo esercito, non possiamo più tacere e abbiamo il dovere di riconoscere che quanto sta avvenendo a Gaza è a tutti gli effetti un genocidio”.
Nel documento, i professori condannano “il massacro in atto della popolazione civile palestinese, che sta avvenendo nell’indifferenza di buona parte della comunità internazionale”, richiamando il diritto internazionale e la legislazione italiana. Citano l’articolo 2 della Convenzione Onu per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, che definisce come tali “gli atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso”. Ma anche la legge italiana 185 del 1990, che vieta l’esportazione di armamenti verso Paesi responsabili di gravi violazioni dei diritti umani, e l’Euro-Mediterranean Agreement che vincola gli accordi commerciali al rispetto dei principi democratici.
La presa di posizione, scrivono, nasce dal “dovere di non tacere di fronte alla gravità dei crimini contro civili inermi commessi dal governo israeliano e dal suo esercito”. Ma la lettera va oltre la denuncia politica, toccando anche il ruolo stesso della scuola. “Come educatori siamo tenuti a esercitare quel pensiero critico che è condizione fondamentale della nostra pratica professionale, nonché nostro principale compito educativo, culturale e sociale”, sottolineano.
L’impegno concreto, spiegano i docenti, sarà quello di promuovere percorsi di educazione civica che sviluppino la cultura della pace e del rispetto dei diritti umani, sensibilizzando studenti e famiglie sulla gravità dell’attuale crisi. “La convivenza pacifica non deve essere intesa come vuota retorica, bensì come un imprescindibile e quotidiana pratica sociale che riguarda tutti”.
La chiusura è un appello rivolto all’intera comunità scolastica – studenti, famiglie, personale tecnico e amministrativo – affinché si possa “abbattere il muro di imperdonabile indifferenza sulla questione palestinese e far sentire con chiarezza la nostra voce critica”.
Marco Crimi