Il mondo si colora di blu per la giornata mondiale del diabete, una malattia importate ma ancora, purtroppo, non molto conosciuta o comunque, non molto considerata. Eppure, i pazienti affetti da diabete solo in Italia, sono più di 4 milioni, considerando che più di 1 milione della popolazione, non sa di avere questa malattia.
“4 milioni di pazienti affetti e un ulteriore milione di persone inconsapevoli, numeri importanti che impattano sulla vita, su l’organizzazione sanitaria e sui costi della sanità. L’unico modo per fronteggiare il diabete è prevenirlo – dice Francesco Dotta, diabetologo e direttore del reparto di diabetologia delle Scotte di Siena. – Ancora continua – a Siena l’8% della popolazione in una fascia compresa tra i 18 ed i 74 anni, sono affette da diabete”.
8% è un numero altissimo considerando la popolazione senese, ma ciò che preoccupa ancora di più è che questa percentuale, è di gran lunga maggiore rispetto a quella di 20 anni fa. La tipologia diabetica più comune, è il diabete di tipo 2, dovuto soprattutto ad una cattiva alimentazione e all’obesità, come ci racconta il professore, “il modo migliore per curarlo è prevenirlo, fare informazione e formare le persone, aiuta a capire quando curarsi dal diabete”.
Non solo, da alcuni studi recenti è stato rilevato che questo male impattante, è attribuile anche ad un fattore sociale. Infatti, persone che vivono in uno stato di povertà, con meno titoli di studio, sono le più soggette a contrarre questa malattia. A causa della scarsa disponibilità economica, hanno meno accesso alle palestre, ambulatori e quant’altro.
Molte persone pensano che il diabete sia una malattia esclusiva solo per le persone anziane, in realtà, dopo uno studio eseguito sulla popolazione romana, è stato visto che la percentuale maggiore affetta da diabete, era concentrata in un quartiere di Roma molto giovanile ma economicamente e culturalmente arretrato.
Anche l’ereditarietà è un fattore importantissimo, persone che hanno trascorsi in famiglia, hanno una grande possibilità di contrarlo.
“Se una coppia di gemelli, di cui uno di loro è affetto da diabete di tipo 2, l’altro ha il 90% di contrarlo, tuttavia, su quella parte non genetica possiamo intervenire per prevenirlo – continua Dotta”.
In ogni caso, la sanità sia locale che nazionale, si sta attivando per cercare di fare informazione, grande contributo soprattutto, lo danno le associazioni come per esempio l’Associazione Diabetici della Provincia di Siena, realtà molto importante per la città che intraprende grandi iniziative per cercare di fare informazione.
“Ci sono varie iniziative divulgative, l’impegno è non tanto ricordarsi del diabete oggi, ma ricordarselo tutto l’anno: noi abbiamo un percorso, sia di prevenzione attraverso gli screening, sia di cura che prevede la partecipazione di più specialisti come diabetologi, chirurghi vascolari, cardiologi, neurologi, infettivologi e microbiologi perché la malattia deve essere conosciuta da tanti punti di vista, una sinergia indispensabile”. Conclude il professor Dotta.
Anche e soprattutto i medici di medicina generale, cercano di fare grande informazione e prevenzione attraverso gli screening, per cercare di capire quando tenere sotto controllo i livelli glicemici del sangue: il diabete è una malattia difficile da debellare una volta contratta e in questo caso prevenire è davvero meglio che curare.
Niccolò Bacarelli
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