“Dobbiamo portare avanti un’azione condivisa, non per criminalizzare, ma per essere consapevoli, per sapere come agire e soprattutto per proteggere i più piccoli da chi, purtroppo, ha avuto percorsi più complessi, magari segnati da problemi familiari o personali. Non entriamo nei dettagli, ma sappiamo che certe situazioni hanno cause profonde. Ecco, dobbiamo impegnarci tutti affinché l’educazione torni ad avere un ruolo centrale nella nostra città. Non possiamo darla per scontata solo perché “qui si sta bene”. Io stesso, per esperienza, conosco ambienti dove certi episodi erano all’ordine del giorno, se non più volte al giorno. Siena è diversa, e ci auguriamo che lo resti. Ma dobbiamo lavorare insieme, tutti, per fare in modo che sia davvero così”.
Lo dice il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, in merito ai gravi fatti a Siena accaduti negli scorsi giorni.
“Diciamo innanzitutto che, secondo me, non bisogna mai generalizzare – ha aggiunto- . Un fatto o due, per quanto gravi e inaccettabili, non possono definire un’intera generazione. Non possiamo categorizzare i giovani sulla base di episodi di cronaca, perché sappiamo bene che questi eventi, per quanto eclatanti, attirano giustamente molta attenzione, ma non raccontano tutto”.
“I giovani – ha proseguito – sono molto di più, e voi lo sapete bene: spesso vi fate portavoce di iniziative, proposte, storie in cui i ragazzi sono protagonisti in modo positivo. Certo, quello che è accaduto è un fenomeno nuovo per Siena, e per questo bisogna intervenire con decisione. Ma credo si possa farlo in modo adeguato”.
“Abbiamo forze dell’ordine capaci, e non sta a me dirlo, ma forse in certi momenti e in certi luoghi sarebbe utile incrementare la loro presenza – le parole del cardinale- . Non risolverà tutto, ma contribuirebbe sicuramente a prevenire certi episodi, proprio perché viviamo in una città generalmente tranquilla, e speriamo che continui a esserlo”.
“C’è però un’altra riflessione importante, che continuerò a ripetere anche nei prossimi giorni – ha continuato-, parlando con le contrade, le parrocchie, le famiglie. Fino a poco tempo fa pensavamo che i nostri ragazzi, anche i più piccoli – undicenni, dodicenni, tredicenni – potessero stare in giro in tutta serenità, anche la sera tardi. Oggi forse dobbiamo prestare maggiore attenzione”.
“Le contrade – dice ancora Lojudice -hanno sempre svolto un lavoro straordinario, ma ora dobbiamo risvegliarci, renderci conto che anche i ragazzi più tranquilli, i più “normali”, possono finire coinvolti in certi giri. Serve una nuova spinta educativa, che riprenda con forza un percorso che già c’era, ma che non va dato per scontato”.
“Non possiamo pensare che, solo perché Siena è sempre stata una città pacifica, continuerà a esserlo senza impegno. Penso ai più giovani, agli adolescenti, che sono spesso i più vulnerabili e quindi più facilmente influenzabili. Cerchiamo tutti di essere vigili, come già accade in alcuni oratori. Penso, ad esempio, a Camollia, dove recentemente l’oratorio della Magione ha attraversato un momento difficile: ci si è confrontati, ci si è riorganizzati, con il contributo di tutti – educatori, forze dell’ordine, contrade”, ha concluso
MC
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