Nel mondo greco poteva capitare che due amici o due conoscenti nel congedarsi trattenessero ciascuno la metà di una moneta, di un anello, di un qualunque oggetto. Quando poi si incontravano nuovamente – loro o, più spesso, i loro eredi – ricomponevano le due parti della moneta, dell’anello, dell’oggetto: il perfetto combaciare delle due metà era il segno e la garanzia di un legame che durava nel tempo, era, alla lettera, un “simbolo” (dal greco “sun – ballo”, “metto insieme”). Oggigiorno oramai non c’è praticamente disciplina, dalla chimica alla fisica, dalla geografia alla matematica, dalla filosofia alla religione, dall’antropologia alla psicologia, che non accolga in sé la nozione di simbolo, declinandola sì in maniera originale, ma, nello stesso tempo, sottolineandone la comune natura di segno che rimanda a un significato “altro” rispetto a quello meramente letterale. E a cogliere questa ulteriore dimensione di senso giova più l’intuizione che non il ragionamento, più la somiglianza analogica che non la ricerca intellettuale, come già Goethe mostrava in un suo studio fondamentale di avere colto benissimo. Attraverso i simboli, in sostanza, la realtà esterna ci appare non già come un semplice insieme di oggetti empirici, bensì di immagini parlanti: è l’intera Natura a offrirsi a noi come un libro di segni, nel quale i fenomeni e le creatura sensibili esprimono e tradiscono la volontà di Dio. Il mondo si trasforma così in un grande sistema di simboli da decifrare: la rosa bianca rimanda alla verginità, il grappolo d’uva a Cristo, il caprone alla lussuria, lo scorpione alla falsità. L’interpretazione simbolica della realtà è al centro anche del denso volume di Giovanna Mazzuoli intitolato “Un mondo di simboli”, dal quale è tratto il passo che segue:
“Se i simboli ci danno un’emozione immediata, gli antichi racconti e perfino le favole ci svelano i significati più profondi delle cose. Il simbolo ha il vantaggio di essere conciso e, rispetto al mito o alla favola, evita i fraintendimenti che si potrebbero avere con la traduzione nei diversi linguaggi, così come è successo con alcuni passi di certi “testi sacri”. Tuttavia, anche il simbolo va trattato con cautela, perché può racchiudere un mondo di significati, che parlano esclusivamente alla nostra anima. Essi sono intorno a noi e vogliono comunicarci qualcosa. Dobbiamo solo ascoltarli con estrema attenzione e rispetto: ci permetteranno di avanzare di molto sul nostro Cammino”.
Giovanna Mazzuoli, Un mondo di simboli, Bagheria, Pubblimanna, 2015.
a cura di Francesco Ricci