Graduation day, il detenuto laureato: “Solo con la cultura si diventa liberi”. Il valore dell’errore nel discorso del rettore

“Esami e tesi mi hanno fatto scoprire e apprezzare la bellezza del sapere, che è un’inestimabile ricchezza dell’anima e della mente. Un detenuto raggiunge la vera libertà solo quando abbraccia la cultura. Per me, dopo anni di detenzione, questa è stata uno strumento di ricostruzione personale”.

Passione e tenacia dettano i tempi del messaggio di Salvatore Calcagno, laureato del Polo Universitario di San Gimignano, che al Graduation Day di oggi pomeriggio in Piazza del Campo racconta la sua personale storia di riscatto.

“Grazie agli studi universitari ho conosciuto docenti brillanti, pieni di umiltà e umanità – continua-. Ho sempre avuto in mente una parafrasi del Canto dell’Inferno: che il tempo non passi invano. E io, affinché il tempo non passasse invano, mi sono affidato allo studio. Lo studio è la punizione peggiore per un detenuto: attraverso di esso si prende coscienza degli errori. Errori che suscitano sensi di colpa e fanno soffrire”.

L’intervento di saluto iniziale è del rettore Roberto Di Pietra. Ed è un momento toccante. Il vertice dell’Università di Siena, di fronte a 800 neo laureati e ai loro familiari, ricorda Lorenzo Schiavone, studente 24enne scomparso a Siena lo scorso lunedì.  “Vi chiedo di rivolgere a lui un momento dei nostri pensieri”, dice Di Pietra, anticipando un minuto di silenzio che ha coinvolto l’intera Conchiglia.

Per il Comune prende parola l’assessore Vanna Giunti: “Viviamo un tempo complesso, attraversato da incertezze globali e smarrimenti. Eppure, in questo scenario disordinato, la cultura resta un punto fermo – spiega-. Non è ornamento, ma strumento di libertà, di comprensione del mondo, di costruzione del domani. Come istituzioni, dobbiamo creare spazi per dialogare e crescere, come l’Università. E dobbiamo farlo ascoltando le nuove generazioni, riconoscendo loro sensibilità e priorità, anche quando appaiono lontane dalle nostre. Voi ragazzi continuate a volare con le vostre ali, a camminare per la vostra strada, a immaginare un futuro più umano per tutti”.

Poi tocca al medico sportivo Andrea Causarano, che ricordando le sue esperienze lavorative nelle grandi squadre di Serie A, spiega ai ragazzi che “nel lavoro si parte da comprimari, ma l’obiettivo deve essere quello di diventare protagonisti. Troverete tanti arbitri che garantiranno rispetto delle regole, equità, giustizia. E se non li trovate, imponetevi voi: diventate arbitri di voi stessi, con rigore e spirito critico”. “Lo sport insegna che il successo si costruisce con impegno, costanza, spirito collaborativo. Traslare questi valori nel lavoro significa umanizzarlo – prosegue-. Fate dell’umiltà e della voglia di crescere il vostro credo”.

Sulla bellezza è incentrato il discorso di Miss Italia 2024 Ofelia Passaponti: “Il vero successo non è il titolo, non è l’applauso, non è l’eco del nostro nome pronunciato con ammirazione. Solo quando lasci un segno nel cuore delle persone hai davvero toccato il mondo. Non abbiate paura di seguire la bellezza in ogni sua forma: arte, etica, estetica, quotidianità. Lasciate che sia la vostra bussola. Cercatela, coltivatela. Create bellezza, con il vostro lavoro. Non sottovalutate mai la forza della bellezza nell’ essere e  nell’immaginare: può infondere senso in ogni attimo della vostra esistenza”.

“Essere qui oggi, in questa giornata così importante, per me è un grandissimo onore. So cosa significa vivere in questa città: camminare tra i suoi vicoli, respirarne l’inverno – dice il conduttore tv e volto di Linea Verde Giuseppe Calabrese-. Ho vissuto pienamente Siena e i suoi insegnamenti. Da questa esperienza ho capito che si può cadere, essere imperfetti, ma che la vita ti offre sempre nuove opportunità”.

“Non fatevi bloccare dal perfezionismo. Ogni scelta insegna qualcosa. Dopo ogni svolta della vita si diventa persone più consapevoli e mature – aggiunge invece la presidente di USiena Alumni Anna Prugnola-. E quando le scelte portano in una direzione che non ci piace, è proprio lì che capiamo cosa non vogliamo davvero e chi non siamo. Le decisioni rivelano chi siete e cosa volete”.

Focus sul valore dell’errore nelle conclusioni affidate nuovamente al rettore Roberto Di Pietra: ” Nelle scelte tra lauree magistrali e percorsi lavorativi, mettete sempre in prospettiva anche il significato dell’errore. Nessuno ne è esente. Non esistono esperti, neanche in ambiti specifici, che non commettano errori. Sono esperti proprio perché comprendono gli errori e sanno correggersi. L’errore fa parte del percorso umano. Piani rigidi e tassativi non funzionano: implicano deviazioni, ripartenze, battute d’arresto. Ed è proprio in questa variabilità che si trovano le opportunità. I piani sono utili solo se non diventano dogmi, se non si trasformano in trappole. Devono prevedere vie d’uscita. Gli errori sono cadute: dobbiamo imparare a cadere bene. Più abbiamo paura di cadere, più diventiamo vulnerabili. Errori e cadute si connettono con la nostra essenza: ci rendono consapevoli dei nostri limiti e ci preparano alle nuove sfide”.

Marco Crimi

LA REPLICA DELLA CERIMONIA

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