I funerali di Papa Francesco: “Ha donato se stesso fino al suo ultimo giorno”

“Papa Francesco ha scelto di percorrere la via della donazione di sé fino al suo ultimo giorno di vita terrena. Egli ha scelto di seguire le orme di Nostro Signore, il buon Pastore, che ha amato il suo gregge fino a dare la Sua vita per noi”. Così il cardinale decano Giovanni Battista Re nell’omelia pronunciata oggi in occasione delle esequie del Pontefice, accolta dagli applausi della folla a Santa Maria Maggiore e a San Pietro. “Nonostante le fragilità e la sofferenza finale – ha aggiunto Re – Papa Francesco ha donato sé stesso con forza e serenità, rimanendo sempre al fianco del suo gregge, la Santa Madre Chiesa di Dio. In unione con tutto il mondo cristiano, siamo qui oggi a pregare affinché Dio accolga Papa Francesco nell’immensità del suo amore.

“Egli soleva concludere i propri discorsi e gli incontri chiedendo di non dimenticarsi di pregare per lui. Ora, caro Papa Francesco, chiediamo a te di pregare per noi e domandiamo che dal cielo tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero, come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa Basilica in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, ma idealmente anche con l’umanità che cerca la verità con cuore sincero e tiene alta la fiaccola della speranza” ha detto ancora il cardinale.

Una folla immensa ha voluto salutare per l’ultima volta le spoglie mortali di Jorge Mario Bergoglio. Circa 200mila persone si sono radunate oggi in Vaticano, a cui si aggiungono oltre 5mila tra i 220 cardinali presenti sul sagrato, vescovi e sacerdoti concelebranti.

Accanto al popolo, non è mancata una nutrita rappresentanza internazionale: oltre 160 i Paesi presenti, confermati già dalla serata di ieri. A coordinare la complessa macchina diplomatica è stata la Segreteria di Stato vaticana, impegnata nella gestione della presenza di leader mondiali, capi di Stato e monarchi. Come da protocollo, Argentina e Italia hanno occupato i posti in prima fila, rispettivamente in quanto patria d’origine del Papa e sede della sua diocesi, Roma. A seguire: sovrani regnanti, capi di Stato, sovrani non regnanti, capi di governo e ambasciatori, secondo l’ordine alfabetico in lingua francese, ufficiale della diplomazia vaticana.

La delegazione italiana era guidata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura. Con lui, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i presidenti di Senato e Camera Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, il presidente della Corte Costituzionale Giovanni Amoroso, i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il sottosegretario Alfredo Mantovano e l’ambasciatore presso la Santa Sede, Francesco Di Nitto.

Presenti anche numerosi sovrani europei: re Filippo del Belgio con la regina Matilde, la regina Mary di Danimarca, re Felipe VI di Spagna con la regina Letizia, re Abdullah II di Giordania con la regina Rania, il principe Alberto di Monaco con la principessa Charlene, e re Carlo Gustavo di Svezia con la regina Silvia. Rappresentanze ufficiali anche da Emirati Arabi, Lesotho, Andorra e Liechtenstein. A Roma anche i granduchi del Lussemburgo, il principe William per il Regno Unito e la principessa Mette-Marit di Norvegia.

Tra i capi di Stato: il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier con il cancelliere Olaf Scholz, il brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, il francese Emmanuel Macron con la moglie Brigitte, e l’ungherese Tamás Sulyok con il primo ministro Viktor Orbán. Per l’Unione Europea, presenti il presidente del Consiglio europeo António Costa, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, l’Alta rappresentante per gli Affari esteri Kaja Kallas e la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. Per le Nazioni Unite, il segretario generale António Guterres. La Cina è rappresentata dal vicepresidente Chen Chin-Jen, la Russia dalla ministra della Cultura Olga Lyubimova, Israele dall’ambasciatore Yaron Sideman, la Palestina dal primo ministro Mohammad Mustafa.

Fino all’ultimo è rimasta incerta la presenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, impegnato in questioni militari. Alla fine, non solo è arrivato a Roma, ma ha anche incontrato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, con il quale ha concordato un incontro postumo alla cerimonia in un incontro tenuto proprio nella Basilica di San Pietro.

Trump, presente in mattinata con la moglie Melania per un momento di raccoglimento presso la bara, ha poi salutato la presidente von der Leyen sul sagrato. In deroga al protocollo, al presidente statunitense è stato riservato un posto in prima fila, tra i capi di Stato di Finlandia ed Estonia. Poco distante sedevano re Felipe di Spagna ed Emmanuel Macron con la moglie Brigitte. Zelensky era in prima fila, ma leggermente più distaccato.

Il funerale di Papa Francesco, si è svolto in modo sobrio visto che lui stesso aveva chiesto di ridurre all’essenziale il cerimoniale, nel segno di quella ricerca di fedeltà allo spirito evangelico che ha segnato il suo pontificato. Tra i presenti, anche Massimiliano Strappetti, l’infermiere che lo ha seguito negli ultimi anni. Grande spazio è stato riservato ai poveri, accolti a Santa Maria Maggiore, luogo a lui carissimo. Papa Francesco era profondamente devoto alla Madonna “Salus Populi Romani”, alla quale si affidava in ogni momento importante del suo pontificato. Durante la celebrazione funebre è stato cantato il Magnificat, l’inno di lode di Maria, a sottolineare ancora una volta la centralità di questa devozione nella sua vita spirituale. Al termine delle esequie, la salma sarà sepolta proprio a Santa Maria Maggiore.