I luoghi inaspettati di Siena e provincia: la chiesa abbandonata di Barca e la leggenda del cane

Luoghi bellissimi e sperduti sono sparsi un po’ ovunque: come Barcae la sua chiesa. Trovarli non è facile, immersi nella vegetazione, ruderi nel bosco, dimenticati nella loro quiete e destinati a diventare solo un ricordo. Muri in pietra, intonaco scrostato, tetto in rovina, edera che si arrampica per riappropriarsi di questi resti. Opere architettoniche di vario tipo e fascino, da quelle più imponenti a quelle più piccole. Isolate tra vallate e colline, immobili e dall’aspetto un po’ nostalgico. I più anziani ricorderanno come un tempo questi posti fossero luogo di momenti di allegria: bambini che giocavano, contadini che lavoravano, massaie che preparavano il pranzo per tutti e muli a riposo che si godevano un raggio di sole caldo filtrato dal fitto bosco verde.

Uno di questi luoghi è appunto la chiesa di Barca situata vicino a San Piero, nella strada che si dirige verso Castelnuovo Berardenga in una collina che sovrasta la zona tra cipressi e fitti rovi.

Purtroppo sia la chiesa che le abitazioni intorno ad essa (che davano vita al piccolissimo borgo) sono tutte in pessimo stato e lasciate a se stesse. Della zona si sa poco se non quello che viene descritto in alcuni scritti: “La chiesa e le case formavano parte di questa contrada diverse ville e luoghi segnalati nella storia fin dal medioevo, dove ebbero signoria i Berardenghi di origine salica, antichi conti dello Stato senese. Cotesto nomignolo di Barca si dava ancora nel secolo XV a un podere della nobile famiglia Tolomei di Siena situato nello stesso popolo di S.Pietro”.


Una cosa molto interessante è che sotto la chiesa (o nelle immediate vicinanze) pare ci fosse una sorgente che sgorgava ai piedi della chiesa, e che andava ad alimentare il torrente Malena (famoso per la battaglia di Montaperti), al tempo la sorgente veniva chiamata in latino basso medievale “Fons Putidus”, ovvero “fonte putrida, dal cattivo odore”. E’ noto, e le terme dell’acquaborra poco distanti lo dimostrano ( https://sienanews.it/in-evidenza/le-sorgenti-dellacqua-borra-il-sangue-di-montaperti-le-terme-i-misteri/ ) che in quella zona sgorgava a livello dell’acqua del torrente Malena una piccola sorgente sulfurea.


E si sa, l’odore di zolfo è da sempre associato al diavolo, ed è proprio per questo che in quel luogo è legata una leggenda che narra di un contadino della zona che volle sperimentare l’efficacia dell’acqua termale e vi immerse alcuni agnelli malati: per l’atto sacrilego il diavolo gli si mostrò davanti e senza dire nulla fece scomparire la fonte per poi farla riapparire più in basso e probabilmente proprio nella località dell’acquaborra.
Un’altra leggenda narra di un grosso cane che abbaiava in modo spaventoso durante la notte e durante il riposo degli abitanti del piccolo borgo.

 


Tutti se ne lamentavano continuamente e anche il prete della chiesa lo udì svariate volte e rabbrividì. Diede dunque l’ordine di uccidere l’animale. Così fu fatto. Eppure proprio sul finire della sua vita, negli ultimi giorni del parroco pare venne tormentato dall’abbaiare che egli diceva di sentire, gli stessi di anni prima quando aveva fatto uccidere quel grosso cane. Anche altri abitanti lo sentivano distintamente ma nessuno riusciva a vedere niente.

 


Queste storie cosi semplici donano ancora più fascino a luoghi già molto belli che purtroppo oramai hanno smesso di vivere se non nei ricordi delle persone anziane che vissero fino alla fine dei giorni del piccolo borgo di Barca.

Foto e articolo: Gabriele Ruffoli