Siamo a giovedì 9 ottobre 1986 e nei fondi un po’ abbandonati del vecchio Santa Maria della Scala si svolge una tranquilla riunione del consiglio di Amministrazione della giovane cooperativa La Proposta, fondata qualche giorno in più di tre anni prima (era il 14 luglio 1983). La riunione va avanti in maniera tranquilla ed è gestita dal giovane presidente Andrea in collaborazione con il Vicepresidente Giuliano. Si esamina l’andamento economico, i numeri sono scarsi ed un po’ poveri, ma non più di altre volte. In più stanno arrivando dei fondi provenienti dalla Regione che dovrebbero permettere alla cooperativa di sistemare gli spazi dell’Orto de’ Pecci e di andare verso una maggior capacità di lavoro.
Quand’ecco che un annuncio shock di Giuliano, il Vice, movimenta e non poco la serata.
A suo avviso la cooperativa non ce la farà ad andare avanti nel prossimo anno e prima che “qualcuno si faccia male” – usa proprio questa espressione – sarebbe opportuno chiudere qui, consegnare i libri in tribunale e terminare l’esperienza.
C’è un momento di sconcerto nel consiglio composto da sette persone. Oltre ad Andrea e Giuliano ci sono altri cinque consiglieri, tutti provenienti dal servizio di Psichiatria, 4 infermieri ed una assistente sociale. C’è chi chiede perché, c’è chi casca dalle nuvole anche perché l’idea veniva da colui che più di tutti si era impegnato nel far nascere e far muovere i primi passi a questa che molti consideravano la sua creatura. È chiaro che questa proposta fosse pertanto sorprendente ed inaspettata ai più. La discussione si fa anche accesa e si prolunga per un bel pezzo, fintanto ché Andrea propone che si voti. Bel rischio perché, sia pure nella informalità complessiva di tutta la vicenda, sarebbe stato un bel problema gestire una votazione che chiudesse l’esperienza e che sarebbe finita nel libro dei verbali.
Si alzano le mani e la mozione proposta da Giuliano raccoglie solo due voti, il suo e quello di Franco, mentre gli altri cinque votano a favore della continuazione del lavoro. È chiaro che questo corrispondeva, tutti lo capirono in quel momento, alle dimissioni di Giuliano e Franco ed alla apertura, comunque, di una situazione fortemente problematica. Giuliano che era stato il factotum in quel periodo, facendo mancare il suo apporto, apriva una serie di problemi organizzativi che non furono di facile soluzione. Ma la volontà di andare avanti incoraggiò il giovane presidente Andrea a ingegnarsi e genericamente ad andare avanti.
Racconto, proprio oggi che festeggiamo il quarantesimo anno di vita della cooperativa La Proposta, questo episodio come si fa quando ormai certi di uno scampato pericolo si possono riguardare le cose con una certa tranquillità e vorrei dire quasi con affetto.
Tanto tempo è passato, molte cose sono successe e cambiate rispetto a quei giorni di ottobre in cui la cooperativa, questa giovane cosa, rischiò la “morte in culla”. Forse non è stato il maggiore dei pericoli che abbiamo affrontato, ma anche adesso tremo all’idea di cosa sarebbe successo se quella votazione fosse andata male, se qualcuno in più si fosse accodato a Giuliano.
Forse oggi saremmo tutti un po’ diversi e non mi riferisco solo a chi ha fatto parte e fa parte anche oggi della cooperativa, ma forse, un po’ presuntuosamente, penso che tutta la città sarebbe un pizzico più povera.
Un’altra volta, se volete, racconterò di più di Giuliano, che non è più tra noi, ed alla cui memoria io sono fortemente attaccato per il grande ruolo che ha avuto nella fase primordiale de La Proposta e verso il quale, a parte la sua infelice uscita dalla nostra storia, uscita sostenuta da alcune ragioni che qui sarebbe troppo lungo spiegare, tutti dobbiamo qualcosa.
Buon anniversario a tutti noi de La Proposta!
Andrea Friscelli
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