Mentre il dibattito per il riconoscimento dei vini dealcolati (cioè i vini privati dell’alcol) si riaccende in seno al Governo, con una recente interrogazione parlamentare sollevata da alcuni esponenti di Forza Italia e rivolta al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, c’è già chi intuisce le potenzialità del settore e organizza la propria attività. Si tratta dell’Enoteca Etilika, che prima in Italia – come riporta Gambero Rosso- apre in rete una sezione, dedicata alla vendita dei vini dealcolati. L’idea di Etilika – enoteca online con un ampio portafoglio di vini e liquori italiani – è quella di venire incontro alle crescenti richieste di mercato. «La sfida del dealcolato derivato dall’uva – ha dichiarato il co-founder Michele Trotta – rappresenta un completamento ideale del nostro portfolio con proposte di grande piacevolezza che si rivolgono non solo al consumatore finale, ma anche a tutto il canale Horeca. Il mio iniziale scetticismo è stato superato da una serie di assaggi piuttosto sorprendenti, indice della grande cura e attenzione che diversi produttori hanno iniziato a dedicare al settore». Le stime dell’International Sprits and Wine Records prevedono una crescita dei vini dealcolati del 6% in volumi su scala globale dal 2023 al 2027, specie tra i consumatori giovani (dai 28 ai 43 anni) e tra i giovani adulti (dai 44 ai 59). Il potenziale del mercato è identificato sia nelle persone che per religione o scelte salutistiche, prediligono prodotti privati dell’alcol, sia per le persone che per problemi di salute, o per le donne in gravidanza o per lavoro, non possono assumere alcol. D’altro canto il dibattito in seno alle forze politiche da tempo nell’occhio del ciclone, sollevato sia da produttori della filiera, che dalle forze politiche, preme perché l’Italia è in forte ritardo con l’applicazione del Regolamento UE 2021/2117, con conseguenti e pesanti svantaggi competitivi.
Stefania Tacconi