Quando si avvicina il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Siena News ha voluto far parlare proprio le donne: un campione scelto tra età, professioni, stili di vita diversi. Per costruire quello che è davvero il pensiero rispetto alla data del 25 novembre, a ciò che è stato fatto e a ciò che manca, per capire il senso delle donne secondo le donne.
Chi è Federica Sali?
Mamma e giornalista. Una persona che ha puntato solo su sé stessa, con un alto senso del dovere al quale si aggiungono una forte perseveranza e un entusiasmo per la vita. Qualità oggi non sempre molto apprezzate, ma se non le avessi avute non sarei stata in grado di gestire le situazioni che la vita mi ha presentato quando meno l’aspettavo. Sono una figlia e una mamma molto presente in famiglia.
Che cosa è il 25 novembre?
Una giornata che, nei miei desideri, non dovrà esistere più quando la violenza sulle donne non sarà più una violenza di genere, ma una delle tante forme di violenza purtroppo esistenti. Ma la vedo dura. I casi di cronaca ci dicono che la violenza sulle donne è in costante aumento, sempre più vigliacca, odiosa, subdola, figlia di una cultura del possesso che non riusciamo a sradicare.
Quante e quali sono le violenze che una donna può subire e quando si supera il limite in cui ci si ferisce da sole?
Ogni donna, in cuor suo, sa quando ha subito un torto e quanto grave è stato quel torto. Poi, ognuna di noi, matura un tempo di reazione personale. Lo stesso vale per soprusi e forme di violenza. Io, da quando sono mamma di Martina, cerco di vivere dignitosamente il mio ruolo di donna nella famiglia e nella società. Voglio che mia figlia faccia altri passi avanti rispetto a me e alla mia generazione in fatto di libertà, autonomia, rispetto di genere e rispetto in generale.
Una donna ce l’ha fatta quando…?
… Non deve dimostrare di avercela fatta benché donna.