Quando si avvicina il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Siena News ha voluto far parlare proprio le donne: un campione scelto tra età, professioni, stili di vita diversi. Per costruire quello che è davvero il pensiero rispetto alla data del 25 novembre, a ciò che è stato fatto e a ciò che manca, per capire il senso delle donne secondo le donne.
Chi è Sara Pugliese?
Sono una persona realizzata professionalmente e che ama il suo lavoro, mamma e moglie felice. Una donna senese, con un alto senso del dovere, fedeltà ai suoi principi, innamorata di Siena, città per la quale nel recente passato mi sono messa a disposizione come assessore. Un’esperienza importante portata avanti con il massimo entusiasmo e serietà ma purtroppo interrotta prima del tempo, essendo venute meno le condizioni per esprimermi come avrei desiderato.
Adesso pronta a sfide future sempre con la voglia di fare bene.
Che cosa è il 25 novembre?
È la data scelta dall’Onu per celebrare la Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una giornata importante tesa a sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema estremamente grave e dilagante. La violenza sulle donne, purtroppo, si registra sempre più frequentemente e con dati da vero allarme sociale.Per quanto sia fondamentale attivare azioni di prevenzione e sensibilizzazione in occasione del 25 novembre, ritengo ancora più rilevante costruire un percorso di educazione al rispetto lungo 365 giorni all’anno per focalizzare l’attenzione e stimolare momenti di concreta riflessione sia negli adulti che soprattutto nelle nuove generazioni, gli adulti di domani.
Quante e quali sono le violenze che una donna può subire e quando si supera il limite in cui ci si ferisce da sole?
Sono ancora molteplici le violenze che le donne subiscono quotidianamente: penso alla violenza economica e psicologica oltre ovviamente alla violenza sessuale e fisica. Troppo spesso nel mondo del lavoro la donna ancora subisce violenza psicologica, deve sempre dimostrare di essere all’altezza, di avere pari requisiti e capacità rispetto agli uomini. Sono stati fatti dei passi avanti, oggi ci sono donne che ricoprono ruoli di rilievo fino a ieri di esclusiva prerogativa maschile, ma resta ancora molto da fare. Una donna si ferisce da sola quando permette ad altri di sminuire l’immagine che ha di sé, quando si assume colpe che non ha per giustificare a sè stessa le violenze subite, quando non è più padrona della sua vita. Purtroppo però spesso la comprensibile paura di conseguenze insopportabili, porta a decidere di non denunciare. Ecco perché giornate come il 25 novembre sono importanti se accompagnate e supportate da leggi e iniziative concrete in grado di aiutare realmente le donne che scelgono di mettere fine alle violenze subite. A mio avviso, inoltre, le donne dovrebbero fare più squadra. Vedo ancora troppa malsana competizione tra donne in alcuni ambienti. Solo unite si possono cambiare le cose.
Una donna ce l’ha fatta quando…?
Una donna, ma direi una persona, ce l’ha fatta quando ha raggiunto una serenità quotidiana. Quando è felice della vita che sta vivendo senza scendere a compromessi. Questo è ciò che cerco di insegnare a mia figlia con le azioni quotidiane.