Il biometano “risale” la rete: ad Arbia la nuova frontiera dell’economia circolare con Estra

Un impianto che rimanda il gas “all’indietro” e trasforma i rifiuti in energia pulita: alla cabina “Remi” di Arbia, ad Asciano prende forma uno dei passaggi più avanzati dell’economia circolare italiana. È qui che Estra, il suo braccio operativo Centria con Sienambiente hanno attivato il primo sistema nazionale di reverse flow, capace di immettere biometano prodotto localmente direttamente nella rete di trasporto nazionale.

Un’innovazione che non è soltanto tecnologica, ma strategica per la transizione energetica.

“È un esempio lampante della chiusura del cerchio dell’economia circolare – ha sottolineato Alessandro Fabbrini, vicepresidente di Estra –. È un piccolo passo ma se replicato a livello nazionale fa diventare più autonomo il nostro Paese. Ne potrebbe conseguire un risparmio anche nelle bollette”.

L’impianto, infatti, consente di valorizzare ogni metro cubo di biometano generato dal biodigestore di Sienambiente ad Asciano, anche nei periodi di bassa domanda, evitando sprechi e aumentando la quota di energia rinnovabile immessa nel sistema.

Una filiera che nasce da un tasso di innovazione elevatissimo: “Siamo riusciti a ottenere il massimo dal percorso di fermentazione anaerobica e della produzione di biometano – ha evidenziato il presidente di Centria, Roberto Rappuoli –. Quindi, in qualche modo, abbiamo ottenuto gas a chilometro zero”.

Grazie al reverse flow, il biometano viene compresso fino a 70 bar e inviato direttamente nella rete nazionale, rendendo la distribuzione bidirezionale e superando i limiti del modello tradizionale.

L’impatto ambientale è significativo e misurabile. “Il biodigestore permette di dare forza alla transizione ecologica – ha fatto notare Tiziano Scarpelli, presidente di Sienambiente –. La raccolta differenziata della provincia di Siena è pari a 40 mila tonnellate all’anno. Ciò equivale a una produzione di biometano di circa 4 mila tonnellate. Questo permette anche una minore emissione di anidride carbonica, perché il biometano non essendo fossile non aggiunge gas nell’aria. I vantaggi dal punto di vista ambientale sono evidenti, perché la lotta ai cambiamenti climatici parte dalla riduzione delle emissioni”.

Numeri che raccontano una filiera corta, virtuosa e sostenibile: 40 mila tonnellate di rifiuti organici trasformate in biometano, fino a 700 mila Smc/anno immessi nella rete e un risparmio stimato di oltre 1.800 tonnellate di CO₂ ogni anno. Un modello replicabile che può rafforzare l’autonomia energetica italiana e rendere più competitivo il sistema dei territori.

Il sistema nasce dal progetto sperimentale Twist, sviluppato da Centria con il supporto di ARERA, che potrà finanziare l’iniziativa con circa un milione di euro.

Marco Crimi