Tutto torna dove deve.
Ne stiamo uscendo, lentamente e con incertezza, ma ne stiamo uscendo.
Tutto tornerà come prima, i ritmi, i tempi, gli scatti d’ira, il perbenismo e il razzismo: saremo solo un po’ più cinici, come ho avuto già modo di scrivere.
Più cinici e più poveri nella maggior parte, con una classe (protetta, da sempre) più ricca e menefreghista.
Ma tant’è: se è il prezzo che dobbiamo pagare per ritornare a lavorare e vivere come prima, ben venga il pagamento.
E’ indubbio che leggendo i provvedimenti governativi (Europei, si intenda bene) traspare che il Covid-19 è stato (e sarà) un grandissimo alleato per banche e macchine statali: la massa di denaro che sarà mossa per mezzo di finanziamenti ed il rinnovato spirito statalista che pervaderà il prossimo futuro sono garanzia per chi si troverà ad operare nei settori bancari e para-pubblici.
Mai operazione di marketing o commerciale poteva essere più incisiva: miliardi di euro incanalati per il tramite degli istituti di credito ed investimenti sulla ripresa che passeranno tramite le società del para Stato saranno una garanzia di funzionalità e longevità per chi si trova ad operarvi.
Il concetto è semplice: da un lato lo Stato delibera un plafond di risorse che viene gestito dalle banche per mezzo di finanziamenti che seguono il normale iter e che vengono ( o non vengono) erogati – ed in pratica fa da agente commerciale per gli istituti creditizi- dall’altro rilancia gli investimenti pubblici per il tramite delle sue controllate che a cascata porteranno benefici a tutto il sistema.
Resta il grande scoglio delle microimprese, dei commercianti e degli esercenti che beneficeranno della ripresa solo in una fase molto successiva, quando la ricchezza prodotta sarà (in qualche modo e parzialmente) ridistribuita: la sfida qui consisterà nel resistere.
Ma di loro, stante il ricambio che garantisce la libera imprenditoria, interessa a pochi: il livello sarà comunque mantenuto da chi succederà a chi in questo periodo si troverà ad alzare bandiera bianca.
Con buona pace di chi ci rimarrà impantanato.
Sarà complesso ma ne usciremo: con o senza prigionieri, come amava dire un mio caro amico.
Viva sempre l’Italia
Luigi Borri
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