Era il 2008 quando Luigi Borri, all’epoca presidente di Confindustria e di Fises, fece questo intervento in Regione, parlando di economia. Perché l’incontro, che vedeva la partecipazione di banca, istituzioni e imprese, puntava al confronto e alla ricerca di misure a sostegno dell’economia. Che, ricorderete bene, cominciava a vacillare. Abbiamo ritrovato negli archivi questi appunti e abbiamo chiesto all’autore di questa rubrica di poterli riproporre perché le sue parole ci sono sembrate l’esempio lampante di quell’espressione “era stato detto… i segnali c’erano…” che riporta a uno stato della realtà triste, proprio perché costretto a guardare indietro e capire che, in effetti, ‘era stato detto’. Per noi è l’esempio che da un errore (molti, nel caso dell’economia dal 2008 in poi) si dovrebbe trarre insegnamento. Cosa che invece, ci pare, non si stia verificando, soprattutto nel nostro territorio. siete d’accordo? (Grazie a Luigi Borri che ci ha permesso di riproporre lo stralcio del suo intervento)
“Occorre far chiarezza su una questione: il problema al momento è quello della sopravvivenza: le scorte, lo stock e le immobilizzazioni finanziarie hanno bloccato la possibilità di produrre e di conseguenza qualunque tipo di attività .
E’ chiaro a tutti l’eccezionalità di questo stato: a crisi eccezionali occorre reagire con rimedi eccezionali. Altrimenti ne rimarremo uccisi. Sarebbe importante uscire dalla riunione di oggi con due/ tre questioni fissate sulle quali poter lavorare tutti insieme e poi perseguirle con forza.
Da parte mia voglio toccare tre punti fondamentali: credito, interventi istituzionali e programmazione/ prospettive di medio periodo.
CREDITO
Anzitutto il problema del credito sia per le aziende produttrici che per quelle piccole, del terziario.
Abbiamo apprezzato per il momento le dichiarazioni delle banche che hanno dichiarato il proprio appoggio alle imprese. Occorre adesso che non ci siano scollamenti o riposizionamenti rispetto a queste dichiarazioni. Se si aiuta lo si fa con i soldi, non con le parole. Soldi dati alle imprese serie, a chi fa investimenti: non vorrei che i soliti noti spendessero i soldi dei soliti innumerevoli ignoti.
Diverse situazioni purtroppo farebbero pensare il contrario: vogliamo pensare che si tratti di episodi isolati, magari riferiti a situazioni già deliberate e non più modificabili.
Non va poi dimenticato che la motivazione che ci porta qui oggi è più dovuta a comportamenti troppo spregiudicati della finanza creativa che non ad una cattiva gestione di chi ha fatto seria economia reale.
Chiaro che una stretta sul credito in questo momento provocherebbe effetti disastrosi: anzitutto quindi occorre lavorare affinché le banche non facciano mancare il loro supporto: i tassi stanno scendendo ed è di adesso la notizia che la BCE ha portato i tassi al 2,50%.
Occorre che gli istituti di credito siano conseguenti e non carichino troppo il costo del denaro.
Credito da interpretare non solo sul circolante ma anche forme di intervento che prevedano prestiti partecipativi o forme di capitalizzazione di medio periodo.
Questi strumenti, possono legare ancor più queste realtà al territorio e servire da guida, da accompagnamento nel periodo di crisi oltre che ammortizzare il rischio bancario.
In tal senso la capitalizzazione della Finanziaria Senese di Sviluppo è fondamentale. Fondamentale è poi la creazione in FiSeS di un plafond ad hoc per le sofferenze temporanee di modesta entità , a sostegno delle aziende più piccole e meno strutturate.
Occorre prevedere poi più soldi ai confidi per la liquidità (quelli stanziati non sono molti)
La Regione Toscana dopo alcuni incontri con il sistema bancario ha ipotizzato due serie di interventi, che dovrebbero essere in questi giorni oggetto di concertazione regionale. Queste due nuove misure di garanzia, controgaranzia e cogaranzia regionali sulle quali non sto a soffermarmi sono fondamentali per tutta la nostra economia: occorre che vengano perseguite al più presto.
INTERVENTI ISTITUZIONALI
Con profondo dispiacere e rammarico noto la totale inconsistenza del governo dinanzi alle richieste avanzate per il tramite dei nostri parlamentari dove si chiedevano interventi a sostegno del distretto del camper.
Interventi importanti, basilari che derivavano dalla diretta interlocuzione delle nostre istituzioni con le aziende e gli operai. Nonostante le sollecitazioni e l’accoglimento di un ordine del giorno non c’è stata alcuna risposta sull’interrogazione e niente si è detto. Occorre che venga data risposta,alla svelta, perché le nostre imprese e i lavoratori che vi vivono non possono aspettare. Qui lancio un appello alla Regione.
Capiamo che la Regione Toscana non può aprire un contenzioso solo per il settore della camperistica.
Sarebbe opportuno però che anche aprisse un contenzioso sulle aziende in crisi,ivi comprese le nostre e ne facesse oggetto di discussione e denuncia ai più alti livelli.
Fondamentale è poi la possibilità di prevedere ammortizzatori sociali anche per i dipendenti delle aziende escluse dalla legislazione nazionale: sostegno finanziario agli enti bilaterali, ad esempio, al commercio agli esercizi e, perché no, ai liberi professionisti che con i loro studi versano in crisi
PROSPETTIVE DI PERIODO
Tre parole: investimenti, investimenti ed investimenti. E’ un periodo difficile ma passerà … e noi dovremo essere pronti. Investimenti del pubblico sulle infrastrutture anzitutto ma anche investimenti degli imprenditori. Occorre adesso innovare sul prodotto e sui processi di produzione,occorre adesso riposizionare il prodotto sul mercato.
Occorre soprattutto avere un aiuto su nuovi sbocchi commerciali, su azioni dirette alla vendita ed alla internazionalizzazione. Finanziamenti quindi alle azioni commerciali ordinarie all’estero e non solo alle solite fiere che servono soprattutto all’ICE che le organizza.
Pensateci. Ne va del nostro futuro. E di quello dei nostri figli”.
Luigi Borri