Il carcere nell’immaginare collettivo è un luogo buio, freddo ed è là che devono stare coloro che hanno commesso reati. Eppure con impegno e credendo nel reinserimento dei detenuti una volta scontata la pena è possibile dar vita a tanti progetti per consentire agli stessi di avere un futuro diverso. La dimostrazione arriva dalla casa circondariale di Santo Spirito dove sotto la direzione del dottor Sergio La Montagna con la collaborazione di educatrici e di tutto il personale penitenziario è stato possibile attuare numerosi percorsi alternativi che hanno dato alla fine i loro frutti.
La Montagna lascia Siena dopo otto anni. E’ destinato ad un incarico superiore a Roma ed è pensando alla sua direzione che non dobbiamo dimenticare quanto fatto in questo periodo di sua permanenza nel vecchio convento destinato a casa di reclusione. Fin dall’inizio ha creduto e pensato a dare una mano a quanti, una volta scontata la carcerazione, tornavano liberi. I propositi inizialmente sulla carta sono diventati progetti. E proprio dalla carta sono nate cose veramente belle. Pensiamo ai corsi scolastici, pensiamo al teatro, ai corsi di cucina, eccetera. Come dimenticare, per esempio l’impegno di alcuni detenuti, nel rimettere a posto la biblioteca. Quattromila libri donati nel tempo all’istituto penitenziario. In quel locale con una sola finestra ci hanno trascorso, giorni, mesi. Ed è là che è nato il libro “Fuori dal buio” che mi ha permesso di affrontare un periodo personale professionale unico nel suo genere.
E’ stato il direttore Sergio La Montagna ad avere l’idea. Ed è stato lui il primo a crederci in quella scrittura collettiva dove il naturale e iniziale canovaccio è stato ribaltato per le persone coinvolte e l’ambiente. Inizialmente sembrava impossibile vedere la fine. I nove partecipanti in carcere a scrivere e io notte, dopo notte, a leggere rileggere i loro pensieri vergati su fogli bianchi con i lapis. Settimana dopo settimana “Fuori dal buio” ha perso forma. A cosa è servito tutto questo? Prima di tutto ad impegnare i partecipanti e far loro passare più velocemente i giorni dietro alle sbarre. Me c’è di più: metà di loro oggi è riuscito a trovare fuori dal carcere una vita diversa. Grazie al libro? Forse. Grazie alla loro volontà di riscattarsi rispetto al passato? Può darsi. Grazie ad un direttore che ha creduto con lungimiranza nelle loro possibilità e ha lavorato per il loro reinserimento? Ci sta. Tante e diverse sfaccettature che portano ad una sola chiave di lettura: Il carcere può diventare se tutti lo vogliono una scuola per crescere. In fin dei conti non è mai troppo per imparare. Ed è con questi pensieri che saluto personalmente il dottor La Montagna che ha portato aria nuova a Santo Spirito.
Cecilia Marzotti
Di seguito il saluto del direttore alla città di Siena
“Apprestandomi a lasciare la Direzione della Casa circondariale di Siena per assumere un incarico di livello superiore presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria desidero rivolgere un indirizzo di saluto alle autorità civili, militari e religiose e a tutte le altre entità istituzionali della città con le quali sono stati costantemente intrattenuti rapporti di proficua e fattiva collaborazione.
Un saluto e un caloroso ringraziamento va ai tanti privati cittadini e alle associazioni di volontariato che hanno voluto onorarmi della loro disponibilità, dimostrando una sensibile attenzione verso le esigenze della comunità penitenziaria e concorrendo a realizzare notevoli progettualità finalizzate, nello spirito del dettato costituzionale, alla rieducazione dei detenuti.
Grazie a loro determinante contributo è stato possibile porre in essere numerosissime iniziative che hanno fatto della Casa Circondariale di Siena un modello virtuoso di apertura del carcere alla cittadinanza.
Desidero inoltre esprimere un sincero apprezzamento e ringraziamento a tutte le contrade, depositarie dell’incomparabile patrimonio artistico e culturale della città, con le quali si è instaurato un legame molto intenso, sfociato nell’organizzazione di eventi di elevata valenza inclusiva.
Con questi sentimenti e nella consapevolezza di aver avuto il privilegio di lavorare in una città straordinaria, capace di trovare sempre al suo interno le risorse e le energie per garantirsi il benessere che merita, mi congedo dalla comunità senese alla quale formulo i migliori auguri di serenità e prosperità.
Un saluto affettuoso e un sentito ringraziamento, infine, a tutto il personale della Casa Circondariale, esemplare per la disponibilità, l’impegno, il senso di responsabilità e di appartenenza dimostrati, nonostante le difficoltà intrinseche del lavoro, ancor più aggravate dall’emergenza pandemica”.
Sergio La Montagna