Dottor Mario Sabato, lei è direttore generale di Banca Ubae dal 2013. Quale è il valore aggiunto dell’attività erogata alla clientela dell’istituto?
“Banca Ubae è stata costituita in Roma nel 1972 con lo scopo primario di favorire l’import/export tra l’Italia, la Libia ed i paesi del Nord Africa in particolare. Attualmente l’azionista di maggioranza è l’importate banca Libica Libyan Foreign Bank con sede a Tripoli. Ubae è specializzata nell’attività internazionale e quindi si rivolge principalmente alla clientela che guarda all’internazionalizzazione. I prodotti e servizi di punta sono in particolare il rilascio di garanzie contrattuali e bondistica per la partecipazione a gare d’appalto all’estero ed in Italia, la conferma di crediti documentari per l’export italiano e quello world wide, organizzazione e partecipazione in finanziamenti e prestiti sindacati, il factoring, (erogato quest’ultimo tramite la nostra filiale di Milano, anche con il supporto di un consulente in Toscana, il dottor Gianfranco Antognoli), operazioni di tesoreria e finanza per banche italiane ed estere oltre a finanziamenti bilaterali e sindacati a clientela del segmento corporate. Per completare la risposta, il vero valore aggiunto fornito alla clientela della banca è lo standing di quest’ultima in campo internazionale, specie nei Paesi a lingua araba, dai più vicini nel Nord Africa ai più lontani e comunque di sbocco per l’export/import Italiano, come la Cina, Singapore ovvero la Turchia od il Bangladesh e la Mauritania quali esempi non esaustivi.
Il brand di Banca Ubae è infatti accettato all’estero alla pari se non meglio di molte banche Italiane e può quindi ottenere servizi a costi più contenuti e competitivi a vantaggio finale della clientela internationally oriented che utilizza il nostro network”.
Nella risposta alla mia domanda precedente, lei ha accennato anche al servizio factoring: come si sviluppa questa attività?
“Il peso del Factoring in Italia sta crescendo anno dopo anno perché le imprese hanno finalmente ben compreso che dalla cessione dei crediti ottengono liquidità utile per la loro attività, in modo celere, mentre i finanziamenti da banche stentano ad essere erogati con la necessaria speditezza. Mi risulta che Assifact abbia stimato in 200 miliardi di Euro il giro d’affari in Italia nel 2016, con un + 9,5% rispetto al 2015-. Banca Ubae si è attrezzata nella sua filiale di Milano, con uno specifico team dedicato che gestisce un Factoring Desk, attivamente supportato da un consulente di area in Toscana. Sul sito della Banca, i suoi lettori interessati troveranno le coordinate operative del caso”.
Tenendo presente i suoi contatti con colleghi di banche in Libia, come valuta il locale sistema bancario? Che consigli operativi può suggerire agli operatori italiani che eventualmente esportano beni e servizi in Libia?
“Il Paese è attualmente al centro di innumerevoli pressioni interne ed esterne che non favoriscono l’immediata crescita della democrazia, circostanza che porterebbe sicuramente più fiducia negli investitori internazionali.
Per contro le banche in Libia con le quali si relaziona la Banca Ubae, appaiono solvibili in quanto ben coordinate dalla banca Centrale e con adeguati mezzi patrimoniali. E’ tuttavia imperativo che gli esportatori italiani interessati ad operare in Libia inseriscano quale forma tecnica di pagamento, lo strumento della lettera di credito da confermare da una primaria banca Italiana ed Ubae assolve a tale ruolo per sua mission, intrattenendo rapporti privilegiati con tutte le banche in detto Paese; tale ultima circostanza non è presente al momento, nella maggioranza delle banche in Italia, che sempre più spesso rifiutano forse per eccesso di cautela, l’assunzione di rischio Paese Libia”.
Dal suo punto di osservazione di quanto tempo necessita il Paese Libia per tornare alla normalità ?
“Nessuno può dirlo con certezza ma certamente il ruolo del nostro Paese è fondamentale. L’avvenuta riapertura della nostra Ambasciata a Tripoli e soprattutto le sempre più insistenti voci della ripresa, al termine del corrente mese di marzo, del rilascio Visti Schengen ed altri a Tripoli e non più in Ambasciata/Consolato d’Italia a Tunisi per i cittadini Libici, sono segnali importanti e di cauto ottimismo”.
Katiuscia Vaselli