Si chiama “profezia che si autoavvera“. Un meccanismo studiatissimo dalla sociologia e dalla psicologia sociale. E riguarda le nostre aspettative. Avete mai pensato: “sicuramente questo esame mi andrà male? Sicuramente oggi il capo a lavoro sarà intrattabile ? Sicuramente il mio partner mi deluderà!” partendo da questa convinzioni, inconsciamente mettiamo in moto dei meccanismi per cui tutto ciò si avvererà, ci porremo in una maniera tale per cui ripeteremo gli stessi schemi e la nostra profezia si avvererà.

Ma la profezia che si autoavvera può riguardare anche il “bicchiere mezzo pieno” se la nostra aspettativa sarà ottimista. Vi ricordate quel professore che credeva tantissimo in voi, anche quando il vostro rendimento non era dei migliori? Alla fine vi siete messi così in gioco, avete avuto talmente voglia di migliorarvi che la profezia di voti più alti si è avverata.
Quindi, ogni volta che dite -e purtroppo si sente spesso- “quest’anno andrà male come tutti gli altri” non avete neanche idea del danno che vi state facendo. Siate invece con voi stessi come quel professore che vi riportava un compito dicendo: “so che puoi fare di meglio, sono sicuro che farai grandi cose”. Aspettatevi il meglio dal nuovo anno, ma soprattutto da voi stessi!

Selene Bisi

 

In questi giorni siamo sommersi da oroscopi, presagi, promesse e rivelazioni che promettono di svelarci ogni minimo dettaglio di questo 2016, che è alle porte. Hanno già iniziato con la solfa dell’anno bisesto, anno funesto, poi continueranno con la storia del primo Giubileo con due Papi, ed io mi sto già togliendo lo sfizio di aspettare il prossimo venturo senza preoccupazioni sull’avvenire.

Il futuro, ovvero l’ossessione più grande dell’uomo. Da sempre cerchiamo di sapere quello che succederà domani. Sembra un’esigenza connaturata al nostro essere cercare di scoprire in anticipo gli eventi che contraddistingueranno la nostra vita. In passato c’erano gli oracoli, gli aruspici, le sibille o la Cassandra di turno, ed i nostri predecessori affrontavano mari in tempesta e pendii scoscesi pur di raggiungere le varie Delfi, Cuma, rischiando la pelle; oggi interpretiamo il movimento delle stelle, leggiamo le carte o le mani, ascoltiamo fantomatici sensitivi o medium, buttando cifre considerevoli di denaro.

Vogliamo essere preparati a ricevere un brutto colpo o sfruttare un’opportunità sfuggevole, vogliamo avere un’arma in più rispetto agli altri o sentirci più vicini ad un mondo metafisico, governato da forze invisibili e divine, ma che senso ha? Scire nefas, dice Orazio nella sua famosa Ode, “non è bene sapere”. Comprereste un libro appena uscito in libreria, conoscendo per filo e per segno ogni frase, o andreste a vedere un film nuovo del quale avete già in memoria ogni fotogramma? Non credo proprio.

Il bello della vita è proprio la sua insondabilità, il non sapere dove il suo cammino ti porterà, il fatto che il giorno dopo oggi rimane un’incognita finché non arriva il suo crepuscolo. Scoprire se il gatto di Schrödinger è vivo o no, dentro la sua scatola chiusa. L’esistenza è una scommessa continua, possiamo vincere o perdere una volta, rifarci alla prossima, ma rimane il fatto che non possiamo barare, e sapere in anticipo se sarà testa o croce.

Non so voi, ma io per questo sedicesimo anno del ventunesimo secolo ho un solo proposito da rispettare: non farmi domande sul futuro e coltivare l’illusione di essere artefice del mio destino. Voglio riempire un libro dalle pagine ancora bianche con la mia grafia ed essere lo sceneggiatore unico della mia storia.

Lorenzo Santoni

Buon anno da Selene e Lorenzo!

Emilio Mariotti

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