“Putin si è comportato come Hitler. Ha abbandonato la via diplomatica, anzi non ha mai creduto in questa possibilità”. Il professor Fabio Casini, docente di Storia delle relazioni internazionali al dipartimento di Scienze politiche dell’Università degli studi di Siena, commenta la guerra in Ucraina e parla dell’invasione russa e delle mire di Vladimir Putin.
Professor Casini, cosa pensa e prova di fronte a quanto sta avvenendo in queste ore?
“Provo il sentimento di qualunque cittadino, è impossibile non avvertire lo sgomento per il destino della popolazione ucraina. Purtroppo stiamo vedendo delle immagini che inquietano e commuovono. Vedere delle persone che nel 2022 si rintanano in rifugi per salvarsi la vita riempie il cuore di tristezza. Ovviamente penso anche a quelle che possono essere le ulteriori conseguenze di questo attacco. Putin ha abbandonato la via diplomatica nella quale invece tutti confidavamo. Anzi, devo dire che ha dimostrato di non averci mai creduto. Il suo comportamento mi ha riportato alla mente quella che è stata definita la ‘diplomazia dell’illusione’ di Hitler, che firmò patti che già nascondevano un tradimento, si pensi a quello che stipulò con l’Unione Sovietica”.
A suo avviso cosa ha spinto Putin a sferrare l’attacco? La paura che l’Ucraina possa entrare nella Nato, il desiderio di accaparrarsi risorse, la volontà di ricreare una sorta di Unione Sovietica?
“Tutte queste cose che lei dice sono vere. Le motivazioni che lo hanno spinto sono varie. La paura dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato è senz’altro una delle motivazioni più importanti. Lui ripudia questa possibilità, più volte ha detto di considerare l’Ucraina come parte della Grande Madre Russia. Mentre negli anni Unione Europea e Nato si sono via via sempre più ampliate”.
Crede che sia possibile un’annessione russa dell’Ucraina?
“Ritengo che la possibilità più credibile sia quella della creazione di un ‘governo fantoccio’ filo-russo a Kiev. Putin vuole crearsi una cintura di sicurezza attorno a sé. Questa è la seconda mossa dopo quella dell’annessione della Crimea”.
Secondo lei Europa e Stati Uniti d’America hanno fatto abbastanza in questa crisi?
“Hanno fatto quello che potevano fare, a partire dal presidente statunitense Joe Biden. Per quanto riguarda l’Unione Europea sappiamo che non si muove in maniera unitaria, non c’è una politica estera comune. Per usare una terminologia senese potremmo dire che Putin ‘ha fatto abboccare tutti all’amo’ mentre in realtà già stava preparando un uso massiccio di forze militari. Così facendo dobbiamo ricordarci che va contro al diritto internazionale. Le reazioni dell’Occidente sono le sanzioni, anche se al momento non sappiamo in cosa consisteranno”.
Saranno abbastanza pesanti? E quanto sarà penalizzato l’Occidente, che dipende dalla Russia per l’uso del gas e che con Mosca ha tanti interessi economici?
“Le sanzioni sono l’unico modo che ha l’Occidente per colpire Putin. Colpiranno la Russia ma finiranno per ripercuotersi anche sull’Europa. Le forze della Nato non entreranno in Ucraina, altrimenti si scatenerà una guerra nucleare. Ricordiamoci tuttavia che un terzo del gas che utilizziamo in Italia arriva da Mosca. Quindi è facile comprendere che delle ripercussioni ci saranno sia da un punto di vista economico che nelle Borse dei Paesi dell’Occidente”.
Gennaro Groppa
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