Il rischio svuotamento del centro storico e le azioni del Comune di Siena

Del piano strategico del turismo avremo notizie verosimilmente dopo il Palio, per il quale ormai è iniziato il conto alla rovescia ma proprio ieri, in occasione di una conferenza stampa, l’assessore Vanna Giunti ha anticipato che si tratta di azioni che possano permettere di trasformare Siena “da una destinazione che subisce il turismo a una che lo gestisce attivamente”.

Un concetto corretto, considerando il timore che, numeri alla mano, il centro storico si possa svuotare a favore degli affitti brevi: un giro d’affari più che raddoppiato in pochi anni, che porta sempre più proprietari di immobili del centro storico a scegliere le locazioni turistiche anziché gli affitti a famiglie residenti.

Se in altre città italiane a vocazione turistica le amministrazioni comunali hanno deciso di intervenire, a Siena questo non sarà fatto – come chiarito dall’assessore – calando dall’alto imposizioni, piuttosto incentivando in altro modo i proprietari ad affittare nel modo tradizionale.

Questa è una prima risposta al timore di uno svuotamento definitivo del centro, di esempi ce ne sono fin troppi e Siena non può permettersi di diventare una sorta di ennesimo parco divertimenti per turisti, non è e soprattutto non deve essere nelle corde della città abbandonare la propria essenza a un futuro simile. Eppure la sensazione è che la direzione intrapresa sia quella e se da un lato è comprensibile che i proprietari di appartamenti in centro prediligano gli affitti brevi perché molto più redditizi, dall’altra va capita quale vuole essere, appunto, la strada da intraprendere: lasciare campo alla soluzione turistica significa togliere cittadini dentro il centro storico, svuotare i rioni e quindi impoverire anche la vita quotidiana delle Contrade, far sparire i negozi di vicinato (soprattutto, ma non solo quelli) e di conseguenza depauperare lo stesso Comune che già deve fare i conti con un decremento di popolazione non indifferente, un problema che non dipende certo dall’amministrazione o dalla politica. Ma il Comune può decidere, in virtù della dichiarazione recente, di “gestire” e non subire il turismo, che si traduce nel tutelare il benessere dei cittadini, il decoro urbano e l’ambiente, il patrimonio della città. Dall’assessorato di Micaela Papi è arrivato l’input al canone concordato attraverso un bando che incentiva il ritorno agli affitti regolari, peraltro sottoscritto con i sindacati degli inquilini. E’ di certo un primo passo. Sarà sufficiente? Una riflessione approfondita va fatta se vogliamo evitare di diventare una città “finta” con qualche finto residente che passeggia per le vie del centro. Ed è una riflessione che va fatta in fretta a coinvolgendo tutte le realtà cittadine.

Katiuscia Vaselli

 

(foto Claudia Tognazzi)