Si sono svolte questa settimana a Firenze le celebrazioni del centenario del Consorzio del Chianti Classico, primo Consorzio vinicolo italiano. Ad ospitare uno dei momenti più importanti degli eventi è stato il convegno Ritorno al futuro, ospitato nella splendida cornice del Salone dei Cinquecento, che tra l’altro è custode della raffigurazione del Vasari dalla quale fu scelto il Gallo Nero, come simbolo identificativo del territorio e del vino. A fare gli onori di casa è stato il Presidente del Consorzio Giovanni Manetti, seguito dal Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Francesco Lollobrigida, dal video messaggio di saluto del Sindaco di Firenze Dario Nardella (assente per impegni pregressi) e con un po’ di ritardo anche dal Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Al centro del dibattito il futuro della denominazione, e in particolare la sostenibilità intesa non solo come un concetto legato alla preservazione dell’ambiente e del territorio, ma anche come chiave per custodire la qualità del vino, e come sostenibilità sociale, economica e culturale. Il cardine su cui ruota tutto questo è il connubio tra produttore e natura, che Manetti, citando le parole del filosofo del vino Luigi Veronelli, ha definito “l’anima del vino”.
A seguire è stato presentato dalla direttrice del Consorzio Carlotta Gori, il Manifesto di Sostenibilità della Denominazione Chianti Classico e del suo Territorio d’Origine, un progetto a cui lei stessa dice di aver dedicato tutta la vita, e che elegge i viticoltori a custodi dell’ambiente per le generazioni future. Gli obiettivi che esso si pone sono sia la riduzione dell’impatto ambientale, ma anche l’affermazione delle risorse culturali e sociali del territorio, in cui il rispetto per l’ambiente diviene anche il rispetto per le risorse umane. Il convegno ha visto vari interventi, a cura di ospiti provenienti da altri prestigiosi territori vinicoli italiani e stranieri (come il presidente del Consorzio del Barolo, Mario Ascheri, il presidente del Port and Douro Wines Institute, Gilberto Igrejas, la direttrice William Valley Wineries Association & Wine Foundation Oregon, Morgen McLughlin, il presidente de la Confédération des Appellations et des Vignerons de Bourgogne, e i co- presidenti del Comité Champagne, Maxime Toubart e David Chatillon) che hanno presentato i progetti innovativi con al centro la sostenibilità in atto nelle proprie zone. La professoressa dell’Università La Sapienza, Eugenia Fallini, architetto esperto di Patrimonio Unesco, ha poi esposto il progetto di candidatura del territorio del Chianti Classico all’iscrizione nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità Unesco.
Il convegno si è concluso con una tavola rotonda moderata da Luciano Ferraro, firma del vino per il Corriere della Sera, cui hanno preso parte Giovanni Manetti, presidente del Consorzio, Piero Antinori, storico produttore, Tessa Capponi Borawska, autrice di libri sulla cucina italiana, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, presidente di Federdoc, David Gleave MW, Monica Larner, redattrice per i vini italiani per Wine Advocate, Andrea Lucchi, professore di Entomologia all’Università di Pisa e Alessandro Masnaghetti, giornalista e mappatore delle zone vinicole italiane.
Stefania Tacconi
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