Il vivaio Il Campino, a Ruffolo non solo è un’eccellenza per le variegate specie di piante che nascono e crescono sotto le sapienti mani di un manipolo di operatori e per il lavoro di tanti ragazzi con disabilità, ma racchiude in sé anche delle eccellenze come per esempio la sala così detta della “smielatura”: una stanza attrezzata con macchinari all’avanguardia che dà modo ormai da tempo ai piccoli apicoltori di portarvi il prelibato prodotto, confezionarlo come dettano le attuali norme igieniche sanitarie e quindi avere dopo una certificazione la possibilità di venderlo, per esempio, nelle sagre paesane e nei mercati. Da un po’ la sala è chiusa e così si era sparsa la voce che sarebbe stata una cosa definitiva. Non è così, a dirlo a chiare note è la presidente dell’Unione dei Comuni Luciana Bartaletti (nella foto, sotto). L’organismo dopo la Provincia è passato a gestire il vivaio di Ruffolo. “La sala del miele non verrà chiusa – dice Bartaletti – Attualmente è stato necessario prendere questa decisione perché mancano delle certificazioni”.
Quando alla presidente chiediamo se è possibile prevedere i tempi (in Italia le lungaggini burocratiche fanno spesso perdere giorni preziosi) per la riapertura risponde che non si possono prevedere “perché dipende da molti fattori”.
Così la sala della smielatura del vivaio di Ruffolo rimasta unica in tutta la Toscana e che aiutava tanti piccoli apicoltori sia della provincia di Siena, ma anche di tante altre zone limitrofe alla nostra al momento non è usufruibile.
Gli apicoltori si rammaricano ma la presidente dell’Unione dei Comuni vuole avere tutte le necessarie garanzie da un punto di vista normativo e fin qui non possiamo darle torto. La speranza è che i “molteplici fattori” di cui parla Bartaletti dipanino la matassa e a breve possa tornare in funzione la sala della smielatura. E’ certo che la sola speranza non basta ci vogliono anche menti sapienti che prendano a cuore il problema. Intanto al vivaio di Ruiffolo si continua a lavorare e in quel manipolo di uomini ci sono anche ragazzi con delle disabilità; sì perche in questo scampolo di terra dove ci si arriva per una piccola strada non solo si coltivano piante ma ogni giorno si tiene presente un obiettivo sociale. Sociale vuole dire integrazione, sta a significare aiutare chi ha avuto meno dalla vita e soprattutto compartecipazione tra i dipendenti più esperti e i giovani. Al vivaio di Ruffolo ormai da tempo l’obiettivo primario è stato raggiunto e in un mondo come il nostro non è poco.
Cecilia Marzotti