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Immigrazione, mille migranti nei cas. Il Prefetto: “Mancano i posti. E non trovo disponibilità, nemmeno del Cardinale”

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La sola repressione non basta, serve altro: lo ha detto il prefetto di Siena Matilde Pirrera parlando delle risse avvenute nelle scorse settimane.

E lo ha ripetuto il sociologo e docente dell’Università Fabio Berti in merito al fenomeno del caporalato, in quello che è stato il secondo consiglio provinciale per l’immigrazione del 2025 tenutosi in Prefettura.

Si è trattato di un vero e proprio rendez-vous sul fenomeno, che ha coinvolto comuni, associazioni, forze dell’ordine ed  altri enti.

L’occasione per Matilde Pirrera è stata quella di presentare il nuovo dirigente dell’ufficio di Governo per l’immigrazione, Alessandro Venga, e per dare alcuni dati: 1025 i migranti presenti 52 nei centri d’accoglienza straordinari nel Senese, in maggioranza pakistani o bangladesi.

Tra i problemi segnalati quello della carenza di strutture con un numero di posti adeguati e di una carenza di disponibilità da parte dei vari attori del territorio, e qui il Prefetto ha chiamato in causa tra l’altro anche il cardinale Lojudice. “I migranti assegnati al territorio senese sono oltre mille, ma abbiamo disponibilità solo per seicento posti. Ho chiesto aiuto a tutti ma nessuno, nemmeno l’arcivescovo, è riuscito a darci una mano”, il suo j’accuse.

Capitolo degrado e risse nel centro storico: per Pirrera sono necessari “strumenti” per permettere sia ai richiedenti asilo che agli italiani di seconda generazione “di inserirsi nel tessuto senese” e “vivere i valori della città”. “La questione dei migranti va guardata a 360 gradi con politiche di integrazione, il 90% dei migranti escluse alcune donne e giovani, hanno contratti di lavoro che nel tempo sono stati controllati e presentano profili di irregolarità. Molti sono contratti in nero, con i contoterzisti che utilizzano i cas per lo sfruttamento. Serve accompagnarli verso una logica di correttezza per la loro salute e dignità umana”.

D’ampio spettro è stata l’analisi di Fabio Berti, che con le sue slide ha evidenziato come quello dell’immigrazione nel territorio senese sia un fenomeno in stallo, dove non ci sono stati aumenti significativi di popolazione straniera negli ultimi anni. “Per favorire le politiche d’integrazione bisogna analizzare le dinamiche migratorie e demograficheil dato più significativo è che l’immigrazione nel territorio senese è ferma da dieci anni”.

Su trentamila stranieri che si trovano nella provincia poi solo 2400 sono irregolari. Tra le criticità evidenziate quelle che riguardano le seconde generazioni, vittime principali della dispersione scolastica.

E poi appunto lo sfruttamento del lavoro, specie in ambito agricolo. Gli stranieri costituiscono il 44% degli occupati in questo settore ed il 79% di questi è extracomunitario

Per dare un’idea sul senso di precarietà che stanno vivendo si può dire che solo uno su dieci di loro ha un contratto indeterminato, e che solo il 9% dei permessi di soggiorno rilasciati sono per motivi lavorativi, quindi si occupano persone che si trovano qui perché magari sono profughi.

Salari sotto il minimo contrattuale, ore lavorative oltre i limiti, mancanza di sicurezza e violenza psicologica sono all’ordine del giorno.

MC