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In principio era l’ansia

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Oioina oimmei, avrebbe detto il mì nonno, sta squillando il telefono. Oiioina oimmei, è la “direttrice”. O cheddì ‘unn lo so cosa mi chiede ora?

“Maurinaaaaaa, che si fa per il Palio? Qualcosa di nuovo, originale, diverso”. Ed eccola qui che arriva, si chiama ansia. Secondo la Treccani (voce iper autorevole) ànsia è un sostantivo femminile [dal latino tardo anxia, derivato di anxius «ansioso»] e nell specifico indica “Stato di agitazione, di forte apprensione, dovuto a timore, incertezza, attesa di qualcosa”. Cheddì, ‘unn so’ io ora. Nel frattempo al telefono alla direttrice mica ho ancora risposto. Ho fatto finta di essere impegnata, in call, in riunione, intenta a fare qualcosa di profondamente impegnativo ed intelligente.

Prendo tempo, penso e ripenso e guardo che cosa negli anni ho scritto nei giorni di Palio dei Palii passati. Degli ultimi dieci anni almeno. Ho scritto tutto: di storia, di eventi particolari, di ricorrenze, di giornali che ne parlano, di film, di fumetti. O che mi invento? Cosa si può dire di quei 4 giorni che non è ancora stato detto? Niente. Il Palio è stato pensato, sviscerato, rivoltato come un calzino da tutti. E io che m’invento?

Oioina Oimmei ha inizio: cosa? Ve l’ho detto: l’ansia

Maura Martellucci