Due ore di incontro tra sindacati e vertici di Whirlpool Italia e alla fine della riunione le organizzazioni dei lavoratori escono con le stesse incognite e con le stesse preoccupazioni con le quali erano entrate. E anche con maggiore arrabbiatura. Perché la multinazionale statunitense ha sì confermato le difficoltà che tutte le aziende del settore stanno vivendo, con un trend delle vendite che per tutte le realtà degli elettrodomestici è in diminuzione del 20% in Europa. Ma al contempo Whirlpool ha parlato di altre chiusure dello stabilimento senese che potranno avvenire anche nei mesi di luglio e di settembre. Con nuova cassa integrazione, dunque, per i trecento dipendenti senesi della multinazionale. Ad agosto, poi, il sito senese di viale Toselli resta sempre chiuso per due settimane per ferie.
Gli americani, inoltre, hanno affermato durante l’incontro di non poter parlare a nome del gruppo che dal 2024 prenderà la gestione della produzione di elettrodomestici. Il gruppo, cioè, che nascerà dall’aggregazione tra i turchi di Arcelik e la stessa Whirlpool, e che vedrà i turchi con il 75% delle quote societarie e gli statunitensi con il 25%. Ciò, in poche parole, significa che al momento Whirlpool non può dare garanzie su ciò che avverrà nel 2024, dopo che l’antitrust europeo avrà dato il suo ok all’aggregazione e quando quindi nascerà la nuova realtà aziendale.
I sindacati, ora, chiedono la riapertura del tavolo ministeriale sulla vicenda. “Anche questo incontro – dichiara Massimo Onori, segretario generale della Fiom Cgil di Siena – dimostra e conferma che la crisi c’è, e va affrontata a livello governativo”.
I sindacati, dunque, chiedono di poter avere una interlocuzione “romana” con Whirlpool, con esponenti del governo del premier Giorgia Meloni e con il gruppo turco di Arcelik, con il quale fino a oggi non hanno avuto nessun incontro.
Il quadro è quindi fosco. I lavoratori senesi della Whirlpool sono preoccupati: vanno incontro a nuove giornate di chiusura dello stabilimento senese, a nuova cassa integrazione e non hanno certezze su quelli che saranno i piani del gruppo turco che prenderà il controllo a partire dal 2024.