L’omicidio dei neonati a Parma, un tragico evento che ha sconvolto l’opinione pubblica, ci costringe a riflettere su una delle dinamiche psicologiche più oscure: l’infanticidio. Questo atto, che appare ai più come inconcepibile, è una finestra su una complessa rete di fattori psicologici, sociali e culturali.
L’infanticidio è uno degli atti più difficili da comprendere a livello emotivo e morale. A livello psicologico, esso rappresenta un profondo conflitto interiore, solitamente legato a fattori come la depressione post-partum, disturbi psicotici o forme estreme di alienazione sociale. In molti casi, la madre che compie tale atto non è pienamente consapevole delle proprie azioni o è sopraffatta da un dolore mentale così acuto da non riuscire a vedere altre soluzioni.
L’infanticidio è un tabù non solo perché tocca il concetto di innocenza assoluta associato ai neonati, ma anche perché infrange una delle norme più radicate: la protezione dei più deboli. In una società come la nostra, che valorizza, o dovrebbe comunque valorizzare, l’istinto materno e la cura, questi eventi scuotono profondamente la nostra fiducia nelle relazioni familiari e sociali.
Uno dei principali fattori di rischio per l’infanticidio è la depressione post-partum, una condizione che colpisce una percentuale significativa di donne dopo il parto. Questa forma di depressione può essere caratterizzata da sentimenti di disperazione, isolamento, ansia e, in casi estremi, può sfociare in pensieri suicidi o omicidi. Le madri affette da depressione post-partum spesso si sentono inadeguate nel loro ruolo, provando un profondo senso di fallimento che può essere aggravato da una mancanza di supporto sociale e psicologico.
Un altro fattore cruciale è la psicosi post-partum, una condizione molto più rara ma estremamente pericolosa. Le donne affette da psicosi post-partum possono sperimentare allucinazioni, deliri e perdita del contatto con la realtà, il che le porta a compiere atti estremamente dannosi per sé e per gli altri, inclusi i propri figli.
In molti casi di infanticidio, l’isolamento sociale gioca un ruolo significativo. Le madri che si sentono isolate, prive di supporto emotivo o economico, possono vivere il loro ruolo genitoriale come un peso insostenibile. L’assenza di reti di supporto – sia familiari che istituzionali – aumenta il rischio che una madre con problemi psicologici non riceva l’aiuto necessario. Questo isolamento può essere esacerbato da stigmatizzazioni sociali o culturali, che impediscono a molte donne di chiedere aiuto per paura di essere giudicate.
La cultura ha un ruolo importante nel modellare le aspettative delle madri. In alcune società, le madri sono idealizzate a tal punto che ammettere difficoltà nel loro ruolo è percepito come un fallimento. Questa pressione sociale può creare un ambiente in cui le donne si sentono costantemente giudicate e insufficienti, alimentando il disagio mentale.
Per prevenire queste tragedie è cruciale investire nella salute mentale. La depressione e la psicosi post-partum sono trattabili, ma solo se vengono riconosciute e affrontate con adeguati interventi. È essenziale che la società e le istituzioni sviluppino reti di supporto per identificare e intervenire precocemente nelle situazioni a rischio.
Inoltre, educare il pubblico sull’importanza della salute mentale e ridurre lo stigma legato ai disturbi psicologici può incoraggiare più madri a cercare aiuto senza paura di essere giudicate.
L’omicidio dei neonati a Parma, in merito al quale, bene che, in questa fase, siano gli inquirenti a fare il proprio lavoro, rappresenta un drammatico evento che ci ricorda quanto siano fragili alcuni equilibri psicologici, a dispetto delle apparenze. Dietro ogni atto estremo, c’è sempre una storia di sofferenza e isolamento che non è stata riconosciuta, ascoltata e adeguatamente curata.
Dott. Jacopo Grisolaghi
Psicologo, Psicoterapeuta, Dottore di Ricerca in Psicologia, Sessuologo, PsicoOncologo, Ricercatore e docente del Centro di Terapia Strategica di Arezzo
Professore a contratto Università degli Studi eCampus e Università degli Studi Link di Roma
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IG @dr.jacopo.grisolaghi