L’aria che tira non è affatto bella, questo ormai lo abbiamo imparato da un po’ ed è inutile raccontarci che ormai ovunque sia così: ce lo raccontano i fatti di cronaca e ce lo dicono anche le ultime statistiche, Siena non è più l’isola felice di un tempo. Le cause sono molteplici, non ultimi i cambiamenti di cui sopra ma in una piccolissima città di provincia come la nostra, gran parte della responsabilità è da addebitarsi allo svuotarsi del centro storico. Dove non esiste un presidio di persone e di vita quotidiana, si creano vuoti pericolosi e mancanza di sicurezza. Senza residenti e negozi, solo con gli affitti brevi, la città dentro le mura si trasforma in un piccolo luna park che è terreno fertile anche per delinquere.
Ne è testimone, solo ultima in ordine di tempo, una giovane studentessa di 26 anni: “Vivo a Siena da tantissimo, qui studio e lavoro e sabato sono trovata in una situazione davvero spiacevole e nonostante io abbia allertato polizia e carabinieri nessuno ha effettuato un intervento o un controllo della situazione. Non so se sia possibile, ma mi piacerebbe poter fare una sorta di segnalazione tramite il vostro giornale per poter far luce su una situazione di degrado che viviamo costantemente”.
La ragazza prosegue: “Abito nel Pignattello, tornavo a casa da lavoro, erano le 21.30, due uomini stranieri e ubriachi mi hanno seguito fino al portone di casa mia, a fortuna sono riuscita ad entrare in fretta e loro hanno iniziato a bussare con forza. Ho chiamato le forze dell’ordine che mi hanno risposto “quando abbiamo tempo passiamo” (verosimilmente perché la ragazza ha riferito a quel punto di trovarsi in casa al sicuro, ndr) e non sono mai passati. Quindi volevo far presente sia la situazione di pericolo che si vive in questa zona e il fatto che chi dovrebbe difenderci, non lo fa. Comunque questo evento di sabato è solo la punta dell’iceberg perché questi personaggi girano costantemente e la zona è peggiorata negli ultimi anni in maniera veloce. In più le forze dell’ordine con la scusa che sono sotto organico non vengono a prestare soccorso, non mi hanno neppure chiesto di identificarli per poterli rintracciare”.
Katiuscia Vaselli