E ‘iniziata e si è conclusa con un paragone la lectio magistralis, in occasione del Capodanno senese nella sala del Mappamondo, di Rino Rappuoli, chief scientist di Gsk di Siena e direttore del Mad Lab di Tls: che cosa è cambiato a Siena dal 1348, anno della peste, al 2020, anno del covid? “Poco. Anche qualche mese fa abbiamo affrontato la pandemia con quarantene e distanziamento sociale -spiega-. L’unica grande differenza è che nel 2020 abbiamo prodotto ciò che ci permetterà di liberarci dal coronavirus nel 2021”. Nel Medioevo “non avevano la scienza che ci potesse dare una mano”, sottolinea Rappuoli che poi ricorda il Facciatone del Duomo “come esempio del rischio che si può prendere se non si fa la prevenzione contro un microbo” perché “Siena venne distrutta dalla peste bubbonica”. Davanti ai priori e alle autorità cittadine il professore affronta l’argomento dei vaccini ,”dobbiamo averne il più possibile, funzionano ed eliminano l’infezione”, e poi quello degli anticorpi, “sono orgoglioso, i nostri monoclonali sono i più potenti al mondo. Volevamo qualcosa che potesse essere dato con un’iniezione anche da un paramedico”, spiega. Il capitolo finale della sua lezione, che è durata poco più di una mezz’ora, è affidato ad una riflessione sul ruolo della città nelle scienze della vita: “Siena è l’unico posto in Italia in cui si fanno vaccini e monoclonali – prosegue-. E’chiaro che, dopo la pandemia, avere questi sieri è una questione di sicurezza nazionale perché ti permettono di salvarti da una tragedia di salute ed economica. Siena è l’unico posto in Italia con competenza di ricerca e sviluppo e industriale per produrre questi farmaci”
Marco Crimi