La mensa Bandini non s’ha da fare: a comunicarlo in consiglio comunale è il vicesindaco e assessore all’urbanistica Michele Capitani che ha risposto ad un’interrogazione del Pd.
L’atto, esposto dalla capogruppo dem Giulia Mazzarelli, chiedeva delucidazioni sul perché non fossero partite le procedure burocratiche per far i lavori di ristrutturazione dei locali, per cui il Dsu aveva elargito oltre 4milioni di euro.
Lunga la risposta di Capitani che ha ricordato, tra l’altro, come il cantiere e l’intervento siano decisamente invasivi per i residenti della zona e intaccherebbero anche le loro abitazioni private. Il timore di palazzo pubblico è quindi quello di intercorrere in contenziosi legali.
Da qui la decisione di intraprendere strade per soluzioni alternative per la struttura, chiusa dal 2021, insieme a Azienda di diritto allo studio, Regione e atenei.
“I locali sono inadeguati per la mensa – le parole del vicesindaco -. La soluzione adottata per l’intervento proposto e contenuto negli elaborati di progetto” del Dsu “prevede di eseguire opere strutturali anche all’interno degli appartamenti posti a piano terreno, che ne cambierebbe non solo la superficie con l’introduzione di elementi che avrebbero alterato la proprietà. L’esecuzione di opere all’interno degli alloggi avrebbe reso necessario l’abbandono dell’abitazione da parte dei proprietari per tutto il periodo di tempo dei lavori, oltre al loro completo svuotamento. Inoltre i lavori di consolidamento avrebbero previsto la realizzazione di opere che avrebbero modificato, in parte, lo stato attuale dei luoghi, riconsegnando appartamenti in uno stato finale diverso da quello iniziale”.
Capitani, parlando con la stampa, chiede poi al Dsu di “presentare ipotetiche soluzioni per quello spazio”.
Non soddisfatta della risposta Giulia Mazzarelli. “Ricordo che stiamo parlando di un numero alto di studenti fuori sede che usufruiscono di una sola mensa in questo momento. Vorrei sapere se ci siano altri immobili disponibili a ospitare una superficie pari a quella di cui si sta parlando, se ci siano dunque altre soluzioni praticabili – ha detto – , che nel caso dovrebbero essere esplicitate in maniera chiara”. Ed ai giornalisti aggiunge: “Io credo che si possano trovare soluzioni alle situazioni più difficili se c’è la volontà politica di farlo. Nicoletta Fabio vuole tutelare gli interessi privati, in questo caso dei condomini, o l’interesse pubblico degli studenti fuori sede?”.
Reazioni sono arrivate anche dagli studenti giunti in aula ad ascoltare l’interrogazione: “Quale soluzione proponete?”, è stato gridato da alcuni di loro a Capitani. Successivamente c’è stato un confronto con il primo cittadino Nicoletta Fabio e il capogruppo di Fdi Bernardo Maggiorelli.
Samuele Picchianti, di Cravos, si è fatto portavoce dei giovani di fronte ai giornalisti: “Il Comune – ha accusato – oltre a fare ostruzionismo non ha proposto soluzioni”.
MC
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