La scimmia con lo smartphone e il fenicottero sull’abisso: l’utopia di Guido Bellini protagonista a Bologna

Una scimmia curva sullo smartphone, prigioniera del suo stesso strumento, e un fenicottero gonfiabile che galleggia spensierato su un mare che nasconde un abisso: sono le due opere firmate dal senese Guido Bellini ed esposte a Bologna nell’ambito della call for artist Cheap, progetto di street poster art che ogni anno porta centinaia di manifesti d’artista sui muri del capoluogo emiliano.

Oltre 600 gli artisti partecipanti all’iniziativa, più di 950 i poster inviati di cui 209 selezionati e installati negli spazi pubblici dove saranno visibili fino a metà ottobre.

“Cartoline dal ventunesimo secolo” è una serie di rappresentazioni che mescolano il surrealismo dell’arte digitale con il realismo della vita che ci circonda ogni giorno. Le minacce concrete come quelle del cambiamento climatico, l’atomizzazione degli individui oppure la paura costante di un conflitto globale sono poste sotto una chiave satirica e allegorica – spiega Bellini-. Il fine, ambizioso, non è solo quello di testimoniare l’esistente, ma anche di stimolare le coscienze ponendo le immagini in contesti di uso e consumo quotidiano. Le due opere selezionate dal Cheap Festival, rappresentano in particolare il rischio di un “ritorno alle origini” dovuta all’eccesso di utilizzo degli smartphone e l’egoismo disinteressato delle persone su ciò che riguarda le risorse del nostro pianete e il loro sfruttamento”.

“Trust utopia” è il nome che racchiude la filosofia di questa call to artist, che è diventata rito collettivo per tutta la città. Il filo conduttore è appunto l’utopia: non come sogno irrealizzabile, ma come possibilità da immaginare e praticare. I poster raccontano futuri liberi da guerre e dittature, da patriarcato e capitalismo, da algoritmi che dominano le relazioni e sfruttamento del pianeta. La forza del progetto sta nella pluralità dei linguaggi: fotografia, tipografia, fumetto, illustrazione, grafica d’arte.

Si tratta, scrivono gli organizzatori in una nota, di “una nuova narrazione collettiva che intende farla finita con dittatori sovrani e billionaires, con la guerra e l’algoritmo dei social, col capitalismo integralista, con le frontiere, con lo sfruttamento del pianeta e di ogni forma di vita – e col patriarcato, nel caso ci fosse ancora bisogno di esplicitarlo”.

La visione di Cheap si estende alla mostra “Contro la guerra”, curata per Emergency e allestita a Reggio Emilia fino al 26 ottobre: le fotografie d’archivio dell’ong dialogano con i poster di Cheap e di 12 artisti internazionali, uniti dall’idea di abolire i conflitti. Dalla collaborazione nasce anche “Disertiamo”, serie limitata di t-shirt e shopper stampate nel laboratorio di serigrafia del carcere di Venezia: un invito a rifiutare la guerra, con il ricavato destinato a finanziare le attività sanitarie di Emergency a Gaza.

Marco Crimi

Foto di copertina Margherita Caprilli