In tempi in cui spesso prevalgono aggressività e competizione, le fotografie vincitrici del 5° Concorso Fotografico a tema Obbiettivo Solidarietà 2018 sottolineano l’aspetto più gioioso dell’atto solidale
La cerimonia di premiazione è stata impreziosita dalla lettura – da parte dell’artista Paola Lambardi – di brani inediti da lei composti ispirandosi alle foto premiate
Con il Concorso Fotografico “Obbiettivo Solidarietà 2018”, patrocinato da Regione Toscana, Provincia e Comune di Siena, Confederazione Regionale Toscana delle Misericordie, Fondo Internazionale di Fotografia (FIOF) e sostenuto da Banca Monte Dei Paschi e Allianz, per il quinto anno consecutivo la Misericordia di Siena pone l’attenzione sul senso della solidarietà.
170 foto, arrivate da tutta Italia, sia da professionisti che da fotoamatori e associazioni di volontariato, che raccontano come fare del bene significa spesso creare sintonia con chi ti sta intorno e come agendo per far questo si ottiene in cambio qualcosa di prezioso. In tempi in cui spesso prevalgono aggressività e competizione, le fotografie vincitrici del 5° Concorso Fotografico a tema Obbiettivo Solidarietà 2018 sottolineano l’aspetto più gioioso dell’atto solidale.
I giurati, guidati da Elena Datrino, fotografa e artista, hanno privilegiato le fotografie che più si sono attenute al tema, valutandone originalità, stile fotografico e contenuti inediti rispetto alle precedenti edizioni.
Con questa premessa la giuria ha assegnato il 1° premio ad una foto scattata in una casa d’accoglienza per i bambini oncologici e le loro famiglie, gestita dal Servizio Missionario Giovanile a Torino: Arsenale dell’Armonia, di Massimo Ferrero.
“Dinamica e giocosa, la fotografia è sintesi di un momento difficile in cui si tenta il coinvolgimento e l’avvicinamento tra due situazioni diverse: tutto ciò attraverso una composizione simmetrica, che mostra una distanza, ma presuppone il lieto fine.
Molto appropriato l’uso della luce naturale, che ben descrive le ambientazioni e un senso temporale indefinito, come quello che si vive interiormente nella condizione del ricovero. Il progetto dà voce alla serenità che si ricerca disperatamente nella malattia, narrando il punto di vista dei bambini e delle famiglie impegnate nella loro guarigione.
La solidarietà non è solo un fine, ma un mezzo per affrontare, sopportare e superare il dolore.”
2° premio a “Scopri il volontario che c’è in te”, di Massimo Alfano, che ha realizzato un progetto fotografico dedicato a chi sceglie di donare parte del proprio tempo alle attività di volontariato.
Questa la motivazione: “Siamo stati colpiti dalla completezza e dalla professionalità nell’esecuzione di tutte le immagini del progetto, non semplice dal punto di vista realizzativo. Il coinvolgimento dei “modelli” è esso stesso un gesto di condivisione solidale, a sottolineare l’empatia necessaria tra fotografo e persona ritratta.
Nelle figure ritratte vengono rappresentate con delicatezza ed ironia tante sfaccettature del volontariato, un’attività possibile per chiunque, a qualsiasi età. Il tema dello specchio si trasforma nella presa di coscienza del sentimento di solidarietà: non può esistere se non parte da se stessi.”
Il 3° premio va ad una foto scattata sul set del progetto “Giuliette e Romei”, un percorso laboratoriale di dance-ability e di teatro proposto dall’Associazione Ottavo Giorno, che promuove nel territorio padovano progetti artistici che includono persone con disabilità. La foto “L’attesa del ciak” di Martina Acazi è stata premiata con la seguente motivazione: “Fotografia di scena e reportage si intrecciano in questo scatto, che ci spinge a riflettere su un doppio contenuto: il racconto dello spettacolo teatrale e l’identità degli attori.
Una fotografia che ad un primo sguardo sembra voglia raccontare l’esclusione del diverso e quindi ti costringe ad uno sguardo più approfondito, che conduce a scoprire una realtà fatta di coinvolgimento e di lavoro solidale. Non è una semplice immagine di backstage, ma una finestra sul senso del “gioco teatrale” e sulla fisicità degli attori. L’inquadratura larga e la composizione curata rendono anche il luogo uno dei protagonisti dell’immagine, immergendoci nella situazione cinematografica.”
Ecco le altre foto selezionate e menzionate: