Una vacanza in Val Nerina, dove la natura si apre come un prezioso scrigno a perdita d’occhio, la ricchezza naturale del centro Italia. Poco tempo prima del terremoto
Pochi mesi fa ero a Ussita con la mia famiglia, era esattamente luglio e alloggiammo in una splendida casa accogliente, con una bella vista sul torrente e su parte alta del paese…oltre a qui avevamo visitato Visso, Castelsantangelo sul Nera e come ogni anno anche Castelluccio e tutta la Val Nerina fino alla cascata delle Marmore… Adesso ogni paese è zona rossa e la Val Nerina ha cambiato parte della sua geografia modificando a causa delle frane anche parte del fiume Nera.
Penso a Ussita, proprio lì dove eravamo stati a dormire si è verificato l’epicentro della scossa di magnitudo 5.9, il piazzale dove era l’agenzia per il ritiro delle chiavi della casa si è alzato a ondate “come fosse un mare di catrame”. Con il sisma di Norcia di domenica mattina (il devastante 6,5) si è messa la parola “fine” anche lì.
Tutti i paesani (circa 400 sono sfollati da Ussita), ora saranno in fila per avere un alloggio o un appartamento in legno a Porto Recanati. Si sono arresi anche i più duri, gli allevatori di mucche e cavalli, di pecore ussitane, razza protetta. Tutti, tutti a Porto Recanati! In paese sono rimaste dieci persone, necessarie per qualsiasi emergenza: due sono funzionari del Comune che hanno dato la reperibilità nelle loro automobili. E poi ci sono i vigili del fuoco, i volontari di protezione civile e le forze armate.
In questo paese incastonato tra alti monti e verde vallate, tra cristallini torrenti e paesaggi da sogno sono state lesionate gravemente il 95% delle case e almeno la metà sarà da abbattere. Anche tutti gli altri paesi intorno sono stati abbandonati e purtroppo il nome con cui la gente li chiama è ‘paesi fantasma’.
Castelluccio, la perla dei Sibillini è stata quasi rasa al suolo, la splendida Norcia ha avuto danni al momento incalcolabili ed è quasi totalmente devastata. Visso è solo un cumulo di macerie.
Sinceramente non so cosa possa fare una singola persona che vive a 180 chilometri di distanza come me, ma un’idea se pur piccola ce l’ho: non dobbiamo dimenticare mai questi luoghi stupendi e non dobbiamo mai abbandonarli, soprattutto dovranno sempre rimanere nei ricordi di chi c’è stato. Parliamone, facciamoli rimanere vivi e se un giorno saranno messi in sicurezza torniamo a visitarli.
Gabriele Ruffoli