“Siamo molto preoccupati per la situazione che stanno vivendo i cerealicoltori del nostro territorio, una situazione che mette a repentaglio una delle attività principali della nostra agricoltura, della cerealicoltura per essere precisi”. Il direttore di Coldiretti Siena Simone Solfanelli è fermo e deciso nel denunciare una situazione insostenibile.
Parliamo di un mercato che grava, senza trovare una direzione definita, sulle imprese del territorio: il prezzo del grano duro locale oscilla negli ultimi giorni intorno ai 20 euro a quintale, cifra che non ripaga nemmeno le spese di produzione e mette a rischio il futuro del “granaio Siena”. In pericolo nella nostra provincia ci sono la sopravvivenza di oltre tremila imprese della nostra provincia, la produzione di grano – oltre un milione di quintali nella nostra provincia – ma anche un territorio di di alcune decine di migliaia di ettari a rischio desertificazione e gli alti livelli qualitativi per i consumatori garantiti dalla produzione Made in Italy.
“Non vorremmo che l’attuale scellerata politica commerciale vanificasse – continua Solfanelli – la lunga serie di sforzi e battaglie che ci ha portato a vincere il braccio di ferro contro l’utilizzo del glifosato e quindi a bloccare di fatto le importazioni dal Canada, che ci ha premiato fino ad ottenere l’etichettatura obbligatoria per pasta e pane ed, in ultimo, a far capire al Governo la dannosità dell’accordo CETA. Il mercato non sta premiando il duro lavoro dei cerealicoltori e questo diventa un rischio enorme per il territorio intero. La nuova frontiera che dobbiamo perseguire è quella dei contratti di filiera e su questo Coldiretti sta profondendo ogni sforzo. Ci auguriamo di essere in grado di dare indicazioni precise ai produttori già dalle prossime settimane ”.
Siena è infatti una delle aree nazionali a più alta vocazione cerealicola e contribuisce in larga parte ai 3,5 milioni di quintali di grano prodotti in Toscana: il nostro territorio produce infatti oltre 1,4 milioni di quintali”. Oltre 15mila i produttori agricoli toscani che hanno presentato la domanda PAC.
Come, del resto, sempre accade nelle battaglie portate avanti da Coldiretti per la tutela e la valorizzazione dell’agroalimentare di qualità.
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