“L’arte come cura, il caos come rinascita”: Cinzia Leone apre gli Stati generali della salute

“Le contraddizioni hanno bisogno dell’arte per essere affrontate, perché questa è anche perdita di senso, un ritorno al caos, dove tutto è disordine e, paradossalmente, ci si sente a casa. Ma poi la stessa arte cerca una forma per quel caos: rappresenta il rapporto esistenziale che ogni essere umano ha con la vita e con le malattie, che sono, secondo me, una profonda espressione del nostro dibattito interiore”.

A dirlo, a margine della giornata di apertura degli Stati generali della salute, è l’attrice Cinzia Leone. L’iniziativa è dedicata all’analisi e al racconto di come l’arte sia e possa essere un valido supporto alle cure. Attraverso musica, pittura, teatro e altre discipline infatti, offre un canale per esprimere emozioni e vissuti difficili da verbalizzare, aiutando a elaborare traumi o stress. Nel suo talk Leone, famosa attrice è ospite d’eccezione, ha raccontato della sua lotta contro l’aneurisma congenito all’arteria basilare che nel 1991 le ha causato un’emiparesi della parte sinistra.

“Per me l’arte è l’unico modo di comunicare: è un’urgenza in sé. In questo senso impersonifica la necessità di toccare gli altri. E non significa raccontare la propria storia, ma trasmettere l’emozione che le parole portano con sé – aggiunge -. Un’emozione che cura chi le dice e, a volte, anche chi le ascolta. Soprattutto se quelle parole sono vere, sincere, e raccontano tutte le contraddizioni della vita”.

A ospitare il day one della seconda edizione degli Stati generale della Salute è stato il Santa Maria della Scala che, spiega il sindaco Nicoletta Fabio, “unisce la tradizione della cura e dell’accoglienza, tipica di questo luogo, a una prospettiva futura – prosegue – Il tema dell’arte che cura non è un aspetto su cui intendo entrare nei dettagli tecnici o medici, ma credo che il buon senso comune ci mostri quotidianamente quanto il rapporto con l’arte sia salutare per la mente, lo spirito, l’anima e persino per il corpo”.

“Si tratta di un format completamente nuovo, senza precedenti, che sta già suscitando interesse in altre città—un motivo di grande orgoglio per noi. Non è un’iniziativa fine a se stessa: come accaduto lo scorso anno, da Siena parte sempre qualcosa che prosegue oltre queste giornate”, cosi l’assessore alla sanità Giuseppe Giordano.

“Ho voluto ricordare la profonda connessione tra l’antica missione dell’ospedale Santa Maria della Scala e ciò che avviene oggi. Si è parlato del potere trasformativo dell’arte, forse il più profondo, perché—come ho sottolineato—l’arte è responsabilità – le parole del presidente della Fondazione Santa Maria della Scala Cristiano Leone -. Così come ogni cura deve essere seria e non può limitarsi a soluzioni palliative, anche l’arte richiede un’analisi attenta per produrre risultati che non siano solo immediati, ma che pongano basi solide per il futuro”. Ci viene solo una domanda ulteriore: ma chi si prende cura di chi crea arte per prendersi cura?