La spirale della povertà e della precarietà non si ferma.
“Nel 2024 il 12% delle famiglie ha perso o ridotto il lavoro, e l’aggravamento sul 2025 è già evidente nei dati: a scattare l’istantanea sulla situazione economica e sociale di Siena è la segretaria provinciale della Cgil, Alice d’Ercole.
“Oggi 26mila persone, pari al 10% della popolazione provinciale – continua la sindacalista-, vivono sotto la soglia di povertà. Una persona su tre (30%) ha dovuto ridurre il consumo di cibo; il 35% delle famiglie fatica a pagare le bollette; il 40% rinuncia alle vacanze”.
Il costo della vita continua a crescere e pesa sempre di più sulle famiglie. “Negli ultimi tre anni, a livello nazionale, l’inflazione è stata del 17%: quasi due mensilità di reddito in meno per lavoratori e pensionati – aggiunge D’Ercole-. A Siena la situazione è ancora più grave, con un +2,6% rispetto alla media, pari a circa 660 euro in più all’anno a carico di ogni famiglia”.
I settori più colpiti sono pelletteria, metalmeccanica, edilizia e mobile. “Nei primi mesi del 2025 – prosegue-, rispetto allo stesso periodo del 2024, le ore di cassa integrazione hanno colpito le pelletterie che segnano + 550%, la metalmeccanica con +300%, il mobile del +100%”.
Anche i numeri dell’avviamento al lavoro nei primi tre mesi dell’anno sono drammatici. “I nuovi contratti sottoscritti segnano un -7% rispetto all’anno precedente – continua D’Ercole-. Peggiora inoltre la qualità: il 92% dei contratti avviati nel primo trimestre è precario”.
Ad aggravare un quadro già critico c’è la scure dei dazi. “Nel 2024 le esportazioni erano già diminuite di quasi il 20%, passando da 5,3 miliardi a 4,2. Il primo trimestre del 2025 registra un ulteriore crollo: -33,8%”, conclude D’Ercole.
Marco Crimi