Qui ci sono 5000 elettori di centronistra che non possono essere spariti in pochi mesi.
E che – al contrario – si trovano in mano le chiavi per decidere chi vincerà il ballottaggio del 24 giugno e sarà sindaco di Siena per i prossimi 5 anni.
Perché alle elezioni politiche del 4 marzo il centrosinistra e Liberi e Uguali (tre giorni fa ben rimpannucciati nella lista In Campo) superarono i 12500 voti e stavolta Bruno Valentini si è trovato nelle urne soltanto 7200 voti.
Qualcuno avrà cambiato pure idea, ma non credo ci sia stato un passaggio epocale da una parte all’altra. E dunque spetta a loro decidere – obbedendo agli ordini di qualche capo bastone oppure facendo secondo la propria coscienza – da che parte stare.
Se decideranno di essere il “fronte popolare” contro la possible vittoria della destra “leghista e fascista”, come dicono coloro che non esitano ad evocare lo spettro di cortei di camicie nere per Banchi di Sopra, andranno a votare in massa per quel Bruno Valentini che al primo turno non li era evidentemente piaciuto. E lo porteranno – come cinque anni fa – a 12 mila voti, quota che mi sembra troppo alta per Luigi De Mossi.
Se invece decideranno – rompendo anche obblighi di interessi corposi e legami di gratitudine con quello che fu il “partitone” di centrosinistra – di essere protagonisti del cambiamento, allora voteranno esplicitamente contro il Pd e Bruno Valentini, e per Luigi De Mossi sarà un trionfo epocale.
Se invece si divideranno fra queste due posizioni estreme – e magari molti eviteranno anche di andare a votare – ecco che si profila uno scontro più incerto ed avvincente. Personalmente, come ho già scritto, credo che Valentini sia al momento il favorito, proprio perché alla fine questi elettori sono di centrosinistra e potrebbero scegliere in maggioranza un voto nella loro parte del campo. E soprattutto un voto che non spazzi via piccoli privilegi ed equilibri, magari ormai stanchi e logori, ma che rassicurano un elettorato che ha sempre dimostrato di essere conservatore e doroteo, prima ancora che progressista.
Nel frattempo – come già segnalano un numero di post su Facebook troppo elevato per essere casuale – De Mossi dovrà guardarsi da quanti, anche nel centrodestra, potrebbero trovare mille scuse valide per appoggiarlo pubblicamente, ma non votarlo nel segreto della cabina elettorale, proprio perché anch’essi aggrovigliati a privilegi ed equilibri tutti senesi, che non vogliono mettere a rischio.
Ma credo che saranno quegli altri 5000 ad essere decisivi.
Roberto Guiggiani
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