Difficile racchiudere in un numero o in un giudizio tutte le variabili che compongono una Carriera di un fantino: posto al canape, qualità e condizione del cavallo, compiti da adempiere, sviluppo e ostacoli nei tre giri sul tufo. Ogni giudizio e ogni voto in pagella può essere influenzato da tutto questo, ma in qualche modo bisogna provarci. Intanto gli aggiornamenti sulle condizioni dei fantini caduti: Luigi Bruschelli ha riportato solo qualche contusione, Giuseppe Zedde già ieri sera era in Contrada, il più grave è Elias Mannucci che ha riportato problemi allo zigomo e alle costole.
Andrea Mari detto Brio (Drago). Ha disegnato una corsa stupenda, ma il giudizio comprende la gestione dei quattro giorni d Rocco Nice. Ha provato “nell’ombra”, fatto imparare a un cavallo esordiente i “viottoli” giusti di Piazza, senza scoprire troppo le carte a disposizione. Il capolavoro, poi, nella lettura della mossa, di cui, soprattutto da un certo punto in poi, ha preso in mano le redini con estrema lucidità, nonostante il passare dei minuti. Una volta presa la testa con la partenza bruciante ha controllato, gestito e condotto alla grandissima. Voto 10 e lode.
Jonatan Bartoletti detto Scompiglio (Giraffa). Ha provato a gestire la lunga mossa con Solo Tue Due, risparmiandolo il più possibile in mezzo ai canapi. Sempre pronto anche nelle due mosse false, ha fiancato al momento giusto e si è presentato al primo San Martino in seconda posizione, provando la rimonta finchè il cavallo ha tenuto. Poi al secondo Casato ha dovuto cedere, con il proprio cavallo probabilmente sfinito dal lungo tempo percorso alla mossa, tant’è che nel finale lo supera anche lo scosso del Valdimontone. Voto 8,5.
Giovanni Atzeni detto Tittia (Oca). Si è fatto largo al canape partendo dalla prima posizione e sfruttando gli spostamenti della Tartuca e ha provato a tranquillizzare Porto Alabe, notoriamente non un cavallo partente e che non sta proprio immobile alla mossa. Intelligente nel leggere la corsa: sapeva di dover fare una Carriera in rimonta e ha provato a costruirla, trovando però davanti un Rocco Nice praticamente imbattibile. Voto 8.
Carlo Sanna detto Brigante (Leocorno). Pronti via è subito fra i primi, nonostante una posizione non del tutto agevole fra i canapi. Regge botta fino a quando Rocco Ro glielo consente, prova a stare al passo dei primi tre poi piano piano è costretto a perdere colonnini. Difficile però chiedergli di più. Voto 7,5.
Giuseppe Zedde detto Gingillo (Valdimontone). Gli ordini sembravano ben precisi nel dove fare un Palio in difesa rispetto all’avversaria. Si è messo a disposizione al canape, poi, con il passare dei minuti, ha capito che Remistirio si sarebbe “consumato” troppo nel lungo tempo trascorso fra i due canapi e ha preso la coraggiosa decisione di partire da dietro; coraggio confermato al primo San Martino. Voto 7,5.
Luigi Bruschelli detto Trecciolino (Nicchio). Al canape ha dovuto subire la pressione dell’avversaria, gestendo un esordiente come Tabacco nei minuti lunghissimi di “sballottamento” durante la mossa. Ciò nonostante è partito con buone prospettive, sebbene dietro a coloro che poi hanno fatto il Palio. Avesse girato il primo San Martino, probabilmente, avrebbe provato a lottare fino in fondo. Voto 6,5.
Elias Mannucci detto Turbine (Chiocciola). Ha dovuto gestire la rincorsa con un’avversaria che non non dava scampo e già la sorte non lo aveva aiutato. Ha provato a scappare in un uno dei pochi momenti disponibili, provando anche a impostare un primo San Martino che gli permettesse poi di giocarsi qualche carta nel prosieguo della corsa, ma è rimasto coinvolto nella caduta di Nicchio e Valdimontone. Voto 6.
Giosuè Carboni detto Carburo (Lupa). Sorighittu non aveva fatto esultare il popolo di Vallerozzi e ha confermato le difficoltà da esordiente, partendo dietro. Carburo ha dato qualche spunto interessante mettendosi davanti all’Istrice prima di girare il primo San Martino, poi poco altro. Voto 5,5.
Alberto Ricceri detto Salasso (Istrice). Palio anonimo, parte nelle retrovie e non riesce mai a recuperare, ostacolato anche dalla Lupa prima del primo San Martino. Trattu de Zamnaglia non poteva permettere grandi sogni. Voto 5.
Andrea Chessa detto Nappa II (Tartuca). Vale il discorso fatto in apertura: la corsa di un fantino dipende anche dagli ordini ricevuti. Chessa doveva evidentemente ostacolare la Chiocciola, poi però parte in ultimissima fila e rimane lì: per questo il voto è insufficiente, sebbene da altri punti di vista può essere l’esatto opposto. Voto 4,5.
A.L.
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