L’importanza del rispettare le regole nello sport è ricordata da un antico documento che è tornato alla luce nei giorni scorsi. Dall’oblio è riemerso infatti un testo che Ezio Cardaioli, lo storico coach della prima promozione della Mens Sana in serie A, aveva scritto per i suoi giocatori. L’allenatore lo aveva chiamato “Il decalogo” ed in esso aveva inserito delle norme che i suoi cestisti dovevano rispettare negli allenamenti e nello svolgimento delle pratiche quotidiane. Per capirsi, questa era la regola numero 1 del suo decalogo: “Puntualità massima ad ogni ritrovo, ad allenamenti, a ritiri, a pre-partite, a partite”. E poi la regola numero 2: “Se qualcuno ritarda agli allenamenti o in altre circostanze deve avvertire con qualsiasi mezzo, anche con piccione viaggiatore, portando delle valide giustificazioni”. E ancora, la regola numero 5: “Non voglio assolutamente polemiche su argomenti tecnici durante l’allenamento: su argomenti di cui non siete convinti potete parlare prima o dopo l’allenamento”. O la 4: “Quando vi chiamo durante l’allenamento venite vicino a me di corsa; non è un atto di sottomissione il vostro, né il mio vuole essere di autorità. E’ solamente per non perdere tempo”.
Dalla scrittura di questo decalogo sono passati più di quaranta anni, ed è bello e piacevole sapere che il documento realizzato da Cardaioli con una macchina da scrivere non è stato cancellato dal passare degli anni e dei decenni. Lui, il coach senese che portò la Mens Sana in serie A, sorride: “Devo dire la verità, non me lo ricordavo nemmeno più”. La sua mente va a ricercare episodi lontani quasi mezzo secolo. Poi aggiunge: “Bisognava che mettessi in chiaro le regole sugli impegni dei giocatori. Non so se all’epoca tutti gli allenatori scrivevano dei testi di quel tipo, a me venne abbastanza spontaneo. Scrissi il decalogo e ne detti una copia a ciascun giocatore della squadra. Io ho allenato tanti bravissimi giocatori, ma anche qualcuno che non rispettava la regole. Come allenatore a volte sono stato un duro, ma non sempre. Credo che, come dice coach Messina, del quale non sono comunque un grandissimo tifoso, si deve dare rispetto ai giocatori e al tempo stesso lo si deve pretendere da loro. Con me chi non rispettava le regole l’anno successivo non faceva più parte del gruppo”.
Tanti ricordi riaffiorano alla memoria grazie a questo documento che è stato ritrovato: “C’era un giocatore che diceva sempre il contrario di quello che chiedevo io – dice coach Cardaioli –. Se io dicevo di fare la difesa a uomo lui diceva che era meglio fare la zona; se io dicevo di fare la 3-2 lui sosteneva che fosse meglio la 2-3; se io dicevo che ci dovevamo allenare sul contropiede lui obiettava di nuovo. Per un anno fu così, l’anno seguente lui non faceva più parte del nostro gruppo”. “Credo che sia lapalissiano – afferma ancora il coach biancoverde degli anni Settanta – che se crei un gruppo unito questo lo è sia nel bene che nel male, con tanti aspetti positivi. Purtroppo non sempre succede. Intanto ringrazio per aver ritirato fuori questo decalogo, quando l’ho visto mi sono messo a ridere…”.
Gennaro Groppa
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